Il Vangelo di oggi è il continuo di quello letto ieri ma ripropone anche il primo versetto del capitolo 14 ( “ Un Sabato Gesu’ si reco’ a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano ad osservarlo “ ).
Questa ripetizione, credo, sia dovuta al fatto che la liturgia voglia farci soffermare su quello “stavano ad osservarlo “ che, come detto ieri, è un “ guardare “ non finalizzato ad imparare ma, purtroppo, a giudicare e, quasi, a sperare che il Maestro compia qualche azione da utilizzare come pretesto per condannarlo.
C’è quindi, nuovamente, il richiamo a “ purificare lo sguardo “ e a “ guardare il bene “ nell’operato di chi si adopera per la guarigione altrui.
Fatto questo richiamo il testo odierno vuole dare a tutti noi il seguente messaggio: valuta bene il criterio con cui compi le tue scelte.
Tutti siamo attratti dai “ primi posti “.
La nostra società iper-narcisistica ed iper-competitiva ci ha inculcato il “ pensiero comune “ per il quale se non sei il primo, se non comandi, se non primeggi non sei nessuno.
Il secondo è…” il primo degli sconfitti “.
Cio’ ha ingenerato in tutti una concentrazione assoluta sull’ “ io “, al fine di perfezionarlo in tutti i campi, con un progressivo e, direi, quasi definitivo, distaccamento da un senso del “ noi “, del “ collettivo “.
Ne è derivata una mentalità egoistica, ego-centrata, tendente allo schiacciamento dell’altro, al suo annientamento, in quanto l’altro viene visto come un possibile “ competitor “ da superare a tutti i costi.
I pochi, che, al contrario, dedicano impegno e energie a servizio del “ noi “, di chi ha più bisogno, di chi è più fragile, vengono visti come dei “ pii illusi “ completamente fuori dalla realtà, in quanto “ sprecano il loro tempo per nulla “.
A questi “ amanti dei primi posti “ si rivolge oggi Gesu’ in maniera forte dicendo loro che questa loro “ smania da primato “ non li condurrà da nessuna parte in quanto “ colui che li ha invitati alle nozze “ dirà loro di “ cedere il posto “ a chi è più degno.
Degno.
Questo termine significa: “ ritenuto o giudicato meritevole “.
L’insegnamento è pertanto: il Signore ( “ colui che ti ha invitato a nozze “ ), poiché hai speso la tua vita esclusivamente per te, senza “ amare “ i fratelli e, attraverso loro, lui, non ti riterrà meritevole del suo Regno, nel quale, al contrario, accoglierà coloro i quali “ si sono accomodati all’ultimo posto “ cioè coloro che, nel silenzio, tra l’indifferenza generale, senza chiedere riconoscimenti ma solo perché spinti dall’amore, hanno speso la loro vita a servizio dei fratelli.
A questi ultimi dirà: “ Amico, vieni più avanti “, vieni a sederti al banchetto eterno con me e condividilo.
Stiamo quindi attenti a come utilizziamo il nostro tempo su questa terra perché, in relazione a come ci comportiamo, saremo chiamati “ amici “ da Cristo quando varcheremo il confine della morte oppure saremo collocati all’ultimo posto.
Buona giornata, buona riflessione e buona conversione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.