Dopo aver incontrato ieri la figura di Samuele, oggi la liturgia ci presenta l’altra persona che, nel tempio, “ si accorge “ della grandezza di “ quel bambino “ venuto con i genitori per compiere il rito della purificazione.
Anche lei è una profetessa, anche lei ha quello sguardo allenato che le deriva dalla frequentazione quotidiana della Parola, dal servizio costante al tempio.
Il testo rimarca che “ non si allontanava mai dal tempio servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere “.
Questa sua descrizione non deve farcela sembrare lontana, irraggiungibile.
Anche noi…..possiamo essere come lei.
Che dobbiamo fare?
Dobbiamo lasciare le nostre vite e diventare “ la perpetua “ o “ il sacrestano “ del parroco della nostra Chiesa?
No.
Dobbiamo semplicemente vivere il nostro essere cristiani, che consiste proprio nel “ non allontanarsi mai dal tempio “ che è la nostra anima, la nostra parte piu’ profonda, il luogo ove Dio dimora.
Dio, dal momento del nostro Battesimo, è dentro di noi, noi siamo il suo tempio e lo custodiamo.
Spesso dimentichiamo questa grande meraviglia e ci “ allontaniamo da Lui “.
Basta restare fedeli al proprio Battesimo per “ non separarsi mai da Lui “ e servirlo, ogni giorno, con “ digiuni “, cioe’ rinunce alle seduzioni del peccato, e “ preghiere “, cioè richieste di forza, di sostegno, per non cedere alla tentazione del maligno.
Restando in questo atteggiamento anche noi, come il bambino Gesu’, “ cresceremo e ci fortificheremo “ nella fede e la “ grazia di Dio “ sarà sempre sopra di noi spingendoci a prorompere, come la profetessa Anna, in una “ lode perenne “ al Signore.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.