Due sono le espressioni del testo evangelico che mi colpiscono, e che si rinvengono anche nella prima lettura ( 1 Gv 2,29 โ 3,6 ).
Cristo, in cui โ non vi รจ peccato โ, รจ colui il quale โ toglie il peccato dal mondo โ.
E allora che cosโ รจ il peccato?
Eโ la rottura del rapporto di amore con Dio, รจ tutto cioโ che ci porta lontano dal Signore e ci impedisce di conoscerlo.
Anche Giovanni il Battista afferma: โ Io non lo conoscevo โ.
Oggi anche noi, con onestร , siamo chiamati a farci questa domanda: โ Conosco Dio? โ
Ma che significa, concretamente, โ conoscere Dio โ?
Il verbo conoscere, nel linguaggio biblico, รจ il verbo dellโintimitร piuโ profonda, legato al rapporto sessuale.
Si legge nel libro della Genesi: โ Ora Adamo conobbe Eva, sua moglie, la quale concepiโ e partoriโ Caino e disse: << Ho acquistato un uomo, dallโEterno >> โ ( Gn 4, 1 ).
E allora โ conoscere Dio โ significa essere intimi con Lui, frequentarlo ogni giorno, conoscere i suoi gusti, innamorarsi di Lui.
Chi รจ โ innamorato โ di Gesuโ, โ rimane in Lui โ e, come dice la prima letturaโฆโ non pecca โ.
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Ma, si potrebbe obiettare, รจ impossibile โ non peccare โ in quanto il peccato fa parte della fragilitร umana.
Questo รจ vero ma la โ frequenza assidua โ di Cristo porta, a mano a mano, ad eliminare sempre di piuโ la โ tendenza al peccato โ, il desiderio di seguire altre strade perchรฉ si riconosce che in nessun posto รจ piuโ belloโ dimorare โ che non in Cristo.
Cioโ conduce, a poco a poco, a โ disaffezionarsi al peccato โ e, pertanto, a non commetterlo quasi piuโ.
Da quanto pecchiamo possiamo misurare la nostra vicinanza a Cristo.
Piuโ pecchiamo e piuโ โ non dimoriamo โ in Lui, meno pecchiamo e piuโ โ ci stiamo innamorando โ del Signore.
A ciascuno, oggi, di verificare il proprio rapporto con Cristo e con il peccato.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.