Oggi, Vª Domenica del tempo ordinario, le tre parole chiave che si rinvengono nelle letture sono: preghiera, servizio, annuncio.
PREGHIERA
“ Al mattino presto si alzo’ quando era ancora buio e, uscito, si ritiro’ in un luogo deserto e là pregava “.
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Tutto nasce dalla preghiera.
Ha la priorità assoluta, anche temporale.
Gesu’ va a pregare “ al mattino presto “.
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E’ la sua prima esigenza.
Sa che, senza quella preghiera, senza quell’incontro con il Padre, non potrà operare.
La preghiera è la “ benzina “ indispensabile per far muovere il nostro “ motore “.
Senza preghiera non puo’ esserci annuncio e servizio cristiano perché manca la forza, manca l’entusiasmo, manca la ragione dell’impegno.
“ La preghiera “, questa “ grande dimenticata “, è uscita dalle “ attività “ della nostra giornata soprattutto per due motivi.
In primo luogo perché viene confusa con “ le preghiere “, con la recita di formule che, all’uomo moderno, sembrano non dire piu’ nulla.
“ Le preghiere “ sono solo “ modalità “ di preghiera, formule che aiutano il dialogo con il Signore ma che non lo esauriscono in quanto LA PREGHIERA è un incontro con un Padre che ci ama e con il quale sentiamo l’esigenza di confrontarci, di ricevere dei buoni consigli, di sfogarci, di essere rassicurati.
La “ crisi “ della preghiera nasce inoltre dal fatto che la nostra società ci ha resi tutti individualisti, tutti convinti di essere in grado di fare tutto da noi stessi senza aver bisogno di alcuno.
Questo modo di pensare ci fa vedere Dio come un qualcuno che voglia darci dei comandi, voglia imporci delle regole limitative della nostra libertà e voglia, addirittura, dirci come dobbiamo vivere.
Per capire che la convinzione di “ non aver bisogno di Dio “ sia un delirio di onnipotenza basterebbe fare una semplice considerazione: Gesu’, che è il figlio di Dio, sente l’esigenza di pregare.
Gesu’ era l’unico che poteva “ bastare a sé stesso “ ed invece prega e lo fa come…. prima attività della sua giornata!!!
Che il testo di oggi serva a noi, seguaci del nazareno, a capire che dobbiamo imitarlo, iniziando la nostra giornata con la preghiera, che deve essere, in primo luogo, di lode e di ringraziamento per aver ricevuto in dono ancora un giorno da vivere, e, poi, di richiesta di forza per affrontare la nostra giornata.
E che dobbiamo fare nella nostra giornata?
Servire.
SERVIZIO
Ecco cosa nasce dalla preghiera: l’esigenza di mettersi “ al servizio “ del Regno di Dio.
Ci sia d’esempio la suocera di Pietro, che incontriamo nel testo odierno.
Gesu’ la guarisce dalla febbre e lei si mette a servizio del Signore e dei discepoli.
La preghiera, l’incontro con Gesu’, ci guarisce dalle “ nostre febbri “, ci rimette in piedi e ci suscita “ desiderio di servizio “.
E qual è il servizio a cui siamo chiamati?
L’annuncio.
ANNUNCIO
Io, tu, ciascuno di noi, siamo chiamati solo ad annunciare.
Cosa?
Quello che Dio ha fatto per noi, le meraviglie che ha compiuto nella nostra vita.
Se veramente il Signore ha operato in noi ci trasformeremo nei suoi piu’ grandi testimoni perché cambieremo e le persone che incontreremo sul nostro cammino, meravigliandosi del nostro cambiamento, capiranno che il Signore opera, che c’è, che è vicino a loro.
Dio parla e si manifesta con le parole e con la vita di coloro i quali “ ha già guarito “ e che annunciano agli altri la loro guarigione.
Che l’annuncio, come dice San Paolo nella seconda lettura ( 1Cor 9,16-19.22-23 ), possa essere una necessità che sento mia perché, annunciando, possa “ salvare a ogni costo qualcuno “.
Io, proprio io, posso essere strumento di Salvezza per un fratello; io, proprio io, sempre riportandoci alle parole dell’apostolo delle genti, annunciando, divento “ partecipe del Vangelo “, divento, cioè, Vangelo vivente.
Capito a che grande bellezza siamo chiamati?
E allora buona preghiera, buon servizio e buon annuncio a tutti.
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