Anche il Vangelo di questa Domenica, in continuità con quello della scorsa settimana, ci parla di uomini che fanno domande a Gesu’ “ per metterlo alla prova “.
Lo schema degli ipocriti farisei è sempre lo stesso: prima adulano il Signore e poi gli fanno la domanda trabocchetto.
Domenica scorsa si erano rivolti a Gesu’ dicendogli “ sappiamo che sei veritiero ed insegni la via di Dio secondo Verità “ per poi chiedergli: “ E’ lecito o no pagare il tributo a Cesare “?
Oggi il dottore della legge lo chiama “ Maestro “ prima di fargli la domanda: “ Nella legge, qual è il grande comandamento? “.
Dov’è l’inganno?
La settimana scorsa era nel cercare di metterlo contro i romani se avesse risposto che era lecito non pagare il tributo a Cesare o contro il popolo se avesse risposto il contrario.
Oggi sta nel vedere se si mette contro la legge di Mose’.
Ma anche questa volta il Signore, conoscendo la loro falsità, dà una risposta che li spiazza: non solo dice che “ il grande comandamento “ è quello, già conosciuto dagli ebrei, di amare il Signore con tutto il cuore, tutta l’anima e tutta la mente ma lo amplia, lo porta a compimento, dicendo che “ bisogna amare il prossimo come sè stessi “.
Pone quindi l’amore per Dio allo stesso livello dell’amore per sé stessi e per il prossimo.
Dice quindi loro, in altre parole, che il grande comandamento è l’AMORE.
E a noi che dice questa pagina?
In primo luogo che dobbiamo essere autentici e non ipocriti.
I farisei fanno domande per “ mettere alla prova Gesu’ “.
E’ un atteggiamento falso, che denota la loro nullità spirituale, il loro essere “ bicchieri “ belli all’apparenza ma pieni di “ vino avariato “.
Il fariseo è bello all’esterno, sa tutti i precetti religiosi, fa i digiuni, paga le decime ma non perché ama bensi’ perche’ vuole apparire all’esterno diverso da cio’ che vive nel suo interno.
Si mostra con una maschera per celare il suo vero io, che è fatto di falsità, di invidia.
I farisei erano gelosi di Gesu’, non lo sopportavano perché Lui era vero, autentico, vi era in Lui consequenzialità tra cuore, anima e mente.
Ecco perché cercano di indurlo in errore: perché non accettano che sia quello che loro non sono: VERO!!!
A cosa li porta questo atteggiamento?
Ad essere uomini infelici perché vivono sempre nella menzogna di sé stessi.
E allora stiamo attenti, cogliamo nella lettura di questo testo l’occasione per esaminare i nostri atteggiamenti e per vedere se anche noi siamo un po’ “ farisei “, se le nostre domande non sono finalizzate ad imparare qualcosa dalle risposte ma a cercare di usare le risposte che riceviamo solo per mettere in difficoltà e screditare chi ce le ha date.
Vivere cosi’ ci rende falsi e ci allontana dal “ grande comandamento “ dell’Amore.
E’ il “ grande comandamento “ perché è “ il piu’ difficile “.
Amare Dio con tutto il cuore, l’anima e la mente puo’ anche essere alla portata se lo si interpreta ritualmente.
Vado a Messa la Domenica, non faccio peccati eclatanti, partecipo a qualche novena: tutto sommato sono un buon cristiano.
Amare gli altri come me stesso diventa complesso innanzi tutto perché è difficile amare se stessi!!!
Amare se stessi viene spesso confuso con fare tutto cio’ che ci piace, stare sempre al centro dell’attenzione, essere i i migliori.
Risultato?
Non ci si ama perché uno sfrenato egocentrismo taglia ogni tipo di relazione significativa e rende l’uomo solo e, quindi, non felice perché la solitudine non è la sua natura.
L’uomo egocentrico non ama sé stesso e, quindi, non puo’ amare gli altri.
E allora il lavoro da fare è su noi stessi, ed è quello di ritornare ad amarci.
Come si fa?
Innanzitutto togliendoci la maschera e riconoscendo i nostri errori, i nostri peccati.
Cio’ è fondamentale perché il falso, l’ipocrita, ama la sua maschera ma non sé stesso.
Solo accettandosi nella “ verità di sé “ si puo’ iniziare quel percorso di cambiamento che, guidato dal faro della Parola di Dio, puo’ condurci ad amare il nostro “ Io reale “.
A quel punto sarà facile amare anche gli altri, che non saranno piu’ visti come ostacoli alla piena realizzazione della nostra persona ma come uomini bisognosi, come noi, di amore.
Allora, e solo allora, potremo dire di vivere pienamente il ” Grande Comandamento “.
Buona Domenica e buona riflessione a tutti.