In questa IVª Domenica del Tempo ordinario la liturgia propone il testo delle “ beatitudini “, che nient’altro sono che… “ le indicazioni per essere felici “.
Ma come?
Si parla di poveri, di coloro che piangono, di chi è mite, di chi è affamato, di chi usa misericordia, di chi lavora per la pace e non per la guerra, di chi riceve insulti.
Ma come si fa anche solo a pensare che ci si possa possa rivolgere a queste persone chiamandole felici?
E’ un controsenso.
No, è il vero senso, quello che a noi, incredibilmente, sfugge.
La logica di Dio è l’opposto della nostra.
Ce lo dice anche San Paolo nella seconda lettura ( 1Cor 1,26-31 ) ove leggesi: “ Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono “.
Perchè Dio fa cosi’?
Ce lo dice sempre San Paolo: “ perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio “.
Il mondo ci insegna che per essere felici dobbiamo confidare solo sulle nostre forze e primeggiare, schiacciare, predominare, imbrogliare.
Ma, diciamocelo onestamente: vediamo gente felice intorno a noi o, ancora piu’ intimamente, ci sentiamo felici seguendo le regole del mondo?
La risposta è NO.
E, allora, perché non cambiare, perché continuare su strade che non ci hanno condotto alla felicità?
Perchè si ha paura di rischiare, di provare, finalmente, a dare fiducia a quel “ folle “ di Cristo.
Eppure è un controsenso, soprattutto per chi dice di avere fede.
Fede è sinonimo di fiducia.
Se il Signore ci dice come essere felici, perché ci ostiniamo a cercare la felicità in altro?
La prima lettura ( Sof 2,3; 3,12-13 ) ci dice chiaramente: “ Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini, cercate la giustizia, cercate l’umiltà “.
La felicità è quindi “ cercare il Signore “ che già abita in noi e affidarci a Lui.
Sembra anacronistico questo annuncio in questo mondo ma, clamorosamente, è l’unico che ha senso.
A noi cristiani, che, come dice sempre la prima lettura, siamo diventati un “ resto “, una minoranza, il compito di iniziare veramente a vivere questo cambiamento di logica che Cristo ci propone.
Come?
“ Confiderà nel nome del Signore il resto d’Israele “ dice il profeta Sofonia.
Ecco come fare: confidare in Lui quando ci sembra troppo difficile o addirittura impossibile convertirci alla logica che ci propone.
Da questo “ confidare “ nasce il coraggio di rischiare, di cambiare.
Si diventerà beati, felici ed, essendo la felicità “ contagiosa “, si diventerà anche testimoni del Vangelo, luci viventi per molti fratelli.
Buona Domenica e buona felicità a tutti.
Foto: mia.