HomeVangelo del GiornoFabrizio Morello - Commento al Vangelo del giorno, 29 Febbraio 2024

Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 29 Febbraio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 16, 19-31

Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto “.

Cosa accomuna Lazzaro al “ ricco epulone “?

Cio’ che accomuna tutti gli uomini: la morte.

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Il grande Totò, in una sua celebre poesia, paragona la morte ad una “ livella “, che pone tutti gli uomini, ricchi e poveri, colti ed ignoranti, buoni e cattivi, allo stesso livello.

La morte equipara tutti e pone fine ad ogni tipo di differenza.

La morte è il passaggio tra le “ due vite “.

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Il modo di vivere la prima, quella terrena, determina come si vivrà quella futura.

Ed ecco allora il grande insegnamento della parabola del Vangelo di oggi, che deve farci riflettere tutti.

Il ricco sarà condannato e andrà all’inferno non perché è stato ricco in terra ma perché è stato                  “ indifferente “ al suo prossimo.

Quest’uomo, dice il testo, “ ogni giorno “ si dava a lauti banchetti.

OGNI GIORNO.

E’ possibile che non si sia mai accorto di Lazzaro che stazionava perennemente fuori la sua porta?

E’ possibile che non abbia mai sentito il desiderio di avvicinarlo, di dargli quantomeno                        “ il superfluo “ che c’era sulla sua tavola?

Si, è possibile.

Chi è cieco, chi è concentrato solo su se stesso sviluppa la piu’ grande patologia che ci sia: l’indifferenza, l’insensibilità all’altro.

Ci viene quasi spontaneo condannare “ il ricco epulone “, come altrettanto naturale ci viene di pensare di “ non assomigliargli neanche un po’ “.

Pensiamo: noi non siamo ricchi, non ci diamo “ ogni giorno “ a “ lauti banchetti “ ma ci sudiamo il pane, siamo sempre di corsa per far quadrare i conti.

Non abbiamo nulla a che fare con il “ ricco epulone “.

Questa è però una falsa convinzione perché si puo’ essere “ indifferenti “ anche se non si è ricchi.

Bisognerebbe invece chiedersi: nel mio indaffararmi quotidiano, c’è uno spazio per gli altri, il mio sguardo si posa sui “ tanti Lazzaro “ che incontro nel mio percorso?

Attenzione perché Lazzaro non è necessariamente un mendicante ma puo’ essere anche un figlio a cui non dedico tempo perché iper-impegnato nel lavoro, un marito/moglie con cui non parlo di cose serie e profonde da anni, che mi diventa sempre piu’ estraneo/a pur vivendo sotto lo stesso tetto, un padre/madre anziano/a a cui non dedico neppure due minuti giornalieri di telefonata o una visita settimanale.

L’indifferenza è un virus che prende tutti, e che conduce a non intessere relazioni d’amore.

L’indifferente non ama e, quindi, sceglie, consapevolmente, di condannarsi, sin da questa terra, all’inferno.

L’approdo in quel luogo di sofferenza nella vita futura sarà un epilogo naturale per come ha speso il tempo su questa terra.

Come si combatte il virus dell’indifferenza?

Hanno Mosè ed i profeti, ascoltino loro “.

Ecco come si fa: ascoltando Cristo che ci parla attraverso la Scrittura.

L’ascolto profondo è generativo perché produce cambiamenti, spinge a rompere quella corazza d’indifferenza di cui ci siamo circondati e ci porta, a poco a poco, a “ vedere “ i “ tanti Lazzaro “ che ci sono vicini e che ci chiedono di “ sfamarsi “ con quello che “ cade dalla nostra tavola “; ci chiedono cioè un’attenzione, un sorriso, un po’ di tempo da passare insieme.

In altre parole ci chiedono Amore.

L’ascolto della Parola di Dio conduce all’Amore e l’Amore che, etimologicamente è  “ assenza di morte “ ( a-mors ), porta a “ vivere da vivi “ su questa terra e, poi, consequenzialmente, ad ottenere la Vita Eterna.

Cari fratelli esaminiamoci quindi con attenzione e aumentiamo sempre di piu’ il tempo dedicato all’ascolto profondo della Parola: è l’unica arma che abbiamo per rompere i nostri muri di indifferenza e per vivere una vita piena sin da ora che, poi, sfocerà nella Vita Eterna.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.

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