Oggi il Vangelo pone al centro la figura di Simeone, un uomo per descrivere il quale viene addirittura utilizzato lo stesso aggettivo usato per Giuseppe: GIUSTO.
Giusto significa “ che agisce in conformità della Parola “ e che si lascia guidare dallo “ Spirito Santo “, cioè dall’ “ amore del Padre “, che è sopra di Lui.
Quest’uomo, grazie alla sua frequenza continua con la Parola, grazie alla sua fiducia incrollabile in quello che gli aveva preannunciato lo Spirito ( “ non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore “ ), riesce a scorgere in un bambino che “ accoglie tra le braccia “ il SALVATORE.
Questo è un messaggio che il testo rivolge a ciascuno di noi: per accorgerci di Cristo presente nelle nostre vite, che è in noi, con noi e per noi, ci vogliono “ occhi vigili “, “ occhi aperti “, ci vuole uno “ sguardo allenato “ che nasce dalla relazione quotidiana con la Parola.
Questo sguardo è quello che ci rende “ profeti “, è quello che in tutti gli accadimenti, anche quelli che sembrano marginali, della nostra vita, ci fa cogliere la presenza amorevole e costante di Cristo sul nostro percorso.
Questa presenza sarà “ segno di contraddizione “ perché ci porterà su strade “ non convenzionali “, su percorsi “ non battuti dagli uomini “ perché non portano alla soddisfazione dei desideri della carne ma conducono su altre vie, le vie in cui si parla di mitezza, di BENEDIZIONE, cioè di dire bene dell’altro, di AMORE.
Che Simeone, “ uomo dell’attesa speranzosa “, ci sia d’esempio per rafforzarci nella certezza che il Signore passa nelle nostre vite.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.