“ Nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo “.
Sembra una frase un po’ bizzarra.
E’ come se Gesu’ fosse un “ figlio capriccioso “ che sceglie di “ far conoscere il Padre “ solo a chi lui “ vorrà rivelarlo “.
Ci sarebbe da chiedersi: e come seleziona gli “ eletti “, quelli che avranno il dono di conoscere il Padre?
Utilizza il criterio che si rinviene nei primi versetti del testo odierno.
Sceglie i “ piccoli “ ed esclude i “ sapienti ed i dotti “.
I piccoli non sono i bambini.
I piccoli sono gli umili, coloro i quali “ non si sentono sapienti e dotti “, cioè bravi.
Queste persone, infatti, sono piene di sé e, pertanto, mancano di quell’umiltà indispensabile per poter accogliere Dio nella loro vita.
Capiamo allora che Gesu’ non è un “ figlio capriccioso “ bensi’ un figlio che ci sta dando una grande indicazione.
Ci sta dicendo: vuoi rientrare tra coloro ai quali farò conoscere il Padre?
Bene, non farti maestro, non crederti dotto, non credere di essere bastante a te stesso ma riconosci, con umiltà, la tua fragilità, la tua umanità, la tua piccolezza e cerca “ ristoro “ nella Parola, nella preghiera, nell’eucarestia, che sono gli strumenti che ti consentono, nel nome di Cristo, di conoscere il Padre.
Vedrai che, a poco a poco, quel senso di “ oppressione “ che nasce dalla “ pienezza del sè “ lascerà il posto alla “ dolcezza “ che nasce dall’ “ intimità con il Signore “.
Buona giornata e riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.