Scendere.
Tre volte viene utilizzato questo verbo nel testo odierno.
Una prima volta è usato per descrivere la richiesta che il funzionario del re fa a Gesu’, che è quella di “ scendere e guarire suo figlio “.
In una seconda rappresenta direttamente l’invocazione fatta da quest’uomo: “ Signore, scendi prima che il mio bambino muoia “.
Una terza indica ciò che fa il funzionario: “ Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli “ Tuo figlio vive “.
Il funzionario chiedeva a Gesu’ di “ scendere “, ma suo figlio si salva quando è lui stesso a “ scendere “ ( “ Proprio mentre scendeva “ ).
E’ questo il grande significato della parabola.
Scendere significa recarsi da un posto collocato piu’ alto ad uno ubicato piu’ in basso ma anche andare dentro, andare giu’, andare in profondità, abbassarsi, essere umili.
Ecco cosa porta alla Salvezza: scendere.
Chi si colloca in alto, chi è “ salito “, non potrà mai credere in Dio perché crederà solo a sè stesso.
Chi mette “ IO “ al posto piu’ alto, che spetta a “ DIO “, non sarà mai guarito.
Per guarire bisogna scendere.
Non deve essere Gesu’ a scendere, ma devo essere io ad abbassarmi, ad essere umile, a credere.
“ Và, tuo figlio vive “.
Il funzionario crede alle parole di Gesu’ e “ scende lui “.
Quel credere porterà a fargli ottenere quello che desiderava: la vita del figlio.
“ A che ora ha cominciato a stare meglio il ragazzo? “
E’ questa la domanda che fa ai suoi servi.
“ Ieri un’ora dopo mezzogiorno “ è la risposta.
Il funzionario ricorda che era proprio l’ora in cui il Signore gli aveva detto “ Tuo figlio vive “ e lui si era fidato.
Nel momento in cui credi veramente in Cristo, ti abbandoni a Lui, inizi a vivere veramente.
Questo è il meraviglioso messaggio della Parola di oggi che siamo chiamati ad interiorizzare e a far divenire faro della nostra esistenza.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.