“ Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono? “
Ecco il quesito che dobbiamo porci ogni giorno.
Chi è mai per me questo Gesu’ Cristo?
Il testo ci dà qualche pista.
L’immagine della “ barca “ è quella della nostra vita.
Ci sentiamo sempre sommersi dalle onde, ci sembra di procedere in un mare in tempesta, in preda ad un grande sconvolgimento.
Il tutto senza sapere a chi rivolgerci, a chi chiedere aiuto in quanto Dio dorme, non si interessa di noi.
E cosi’ lo accusiamo, lo allontaniamo dalla nostra vita, abbandoniamo l’unica nostra “ ancora di Salvezza “.
Ci lamentiamo che Dio non c’è.
Ci siamo però chiesti se “ lo abbiamo mai fatto salire sulla nostra barca “?
E’ con noi ogni giorno, è presente nella nostra quotidianità, è uno di famiglia?
Ecco dove sta il problema.
Chi è intimo con Cristo naviga ugualmente nel mare, è chiamato lo stesso ad attraversare le tempeste, ma ha una certezza fondamentale: sa che queste tempeste si superano, che dopo il forte vento “ arriva la bonaccia “.
La differenza tra prendere Dio sulla propria barca e lasciarlo a terra sta proprio in questo: nel primo caso si ha un “ timoniere “ in grado di farci attraversare le onde, nel secondo la nostra barca resta senza guida e, quindi, inevitabilmente, affonda.
Se non lo si è già fatto è arrivato il momento di “ far salire Dio nella propria barca “.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.