L’intensa pagina della “ trasfigurazione “ di Gesu’, che la Chiesa propone in questa seconda Domenica di Quaresima, ci offre molteplici piste per la nostra vita spirituale.
Trasfigurare significa “ cambiare aspetto o espressione “.
Trasfigurarsi è quindi cambiare in profondità, convertirsi dal peccato alla luce abbagliante, simboleggiata dalle vesti bianchissime.
Come avviene la nostra “ trasfigurazione personale “ e come riusciamo a cogliere il “ volto di Gesu’ trasfigurato “?
In primo luogo “ stando in disparte “.
Questo è il primo elemento, imprescindibile.
Il testo rimarca fortemente questo aspetto, dice che Gesu’ condusse Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte “ in disparte, loro soli “.
Hai pertanto bisogno di silenzio, di prenderti un tempo per stare solo con te stesso, lontano da chi e da cosa ti distrae dallo scendere in profondità per potere “ trasfigurati “ e vedere “ Gesu’ trasfigurato “.
Nel caos resti in superficie e questo processo di conversione non può neppure iniziare.
Se il silenzio, il raccoglimento, è il primo passo che porta alla trasfigurazione, va subito detto che esso non è fine a se stesso.
Due verbi del testo ci aiutano a capire come il percorso continua.
“ Ascoltatelo “.
“ Conversavano con Gesu’ “.
L’assenza di distrazioni, lo scendere nel proprio cuore serve per acquisire la condizione favorevole per “ ascoltare “ Gesu’ e per iniziare a “ conversare “ con lui, ad avere una relazione intima con il Maestro.
E’ un esercizio che va praticato quotidianamente.
All’inizio il silenzio fa paura, sembra di impazzire, le tentazioni a distrarsi sono numerose, non si percepisce null’altro che la voglia di fare qualcosa, di uscire da quello stato.
E’ qui che entra in gioco la nostra volontà.
E’ qui che dobbiamo restare.
Chi resiste vedrà che, a mano a mano, inizierà, prima flebilmente, e poi, sempre con più forza, ad ascoltare la voce di Cristo, a comprendere cosa il Maestro vuole dirgli attraverso la sua Parola.
Dopo ancora verrà il dialogo, il confronto con Gesu’, la verifica.
Si creerà, a mano, a mano, una relazione sempre più intensa fino a quando, un giorno…..arriva la “ trasfigurazione “, arriva quel “ qualcosa in più “, che può manifestarsi in tanti modi, in un incontro, in una lettura che chiarisce, improvvisamente, dubbi che avevamo da tempo, in un’esperienza intensa fatta durante un ritiro, in un trovarsi dinanzi ad un panorama mozzafiato.
E’ la nostra trasfigurazione, è il momento della “ grande bellezza “ che va vissuto e, poi, archiviato nel proprio cuore in quanto deve diventare ricordo prezioso da tirar fuori quando, inevitabilmente, ci saranno situazioni difficili e la realtà ci metterà di fronte a problemi.
In quei momenti bisognerà attingere dalla nostra “ memoria del cuore “, da quegli attimi di bellezza intensa che abbiamo vissuto traendo da essi la forza per ricominciare, certi, per fede, che in fondo al tunnel c’è sempre la luce abbagliante di Cristo che tornerà ad inondarci.
E’ questa la trasfigurazione, un momento di “ grande bellezza “ che consente di far luce anche nel tempo della “ grande bruttezza “.
E’ un momento, questo va sempre ricordato.
Pietro vorrebbe fare delle capanne, vorrebbe prolungarlo per sempre ma…non è cosi’, non è questo a cui siamo chiamati in quanto cristiani.
E’ esperienza fondamentale per affrontare il nostro cammino, che, cosi’ come quello di Cristo, passa per la croce, per la sofferenza.
E’ luce per affrontare il dolore, certi, per fede, che, alla fine la luce vince, come testimoniato dalla Risurrezione di Cristo.
Lascio a tutti, per finire, un interrogativo: “ hai avuto la tua esperienza di trasfigurazione “?
Racconto, brevemente, un mio momento in cui mi sono sentito vicinissimo a Dio.
Era l’Estate del 2008, in vacanza sulle Dolomiti, salii sul ghiacciaio della Marmolada utilizzando un mezzo di locomozione a me sconosciuto fino a quel momento, tale bidonvia, cioè un vero e proprio bidone aperto nei lati su cui si sta in piedi e che, appeso ad una fune, porta verso l’alto.
Mentre salivo inizia a piovere a dirotto, vedo, dinanzi a me, tutto lo spettacolo della montagna, la cima che si avvicina e, d’improvviso, tutto bagnato, inizio a piangere dinanzi a tanta bellezza e, spontaneamente, mi metto a pregare ringraziando Dio di tutti i doni che mi ha fatto.
Quell’immagine di me “ bagnato, piangente, felice e riconoscente “ me lo porto sempre con me e ne faccio memoria nei momenti difficili.
Se qualcuno avesse voglia di condividere un suo momento di “ trasfigurazione “ può farlo inviandomelo all’indirizzo: fabrizio.morello@libero.it ( nota: in questo caso indica, nell’oggetto della mail, qualcosa che possa farmi capire che si tratta di una condivisione. In mancanza, per ragioni di sicurezza, non aprirei la mail e… sarebbe un peccato!!! ).
La condivisione della profondità dei nostri cuori ci arricchisce reciprocamente.
Colgo infine l’occasione per ringraziare chi ha condiviso, seguendo l’invito fatto Lunedi’ 22/02, la sua risposta alla domanda: “ Chi è Gesu’ per me? “ ( n.d.a.: si può, ovviamente, ancora continuare a condividere anche su questo tema ).
Buona Domenica e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello