“ Cercavano di ucciderlo “…” Non è costui quello che cercano di uccidere? “.
Queste due inequivocabili frasi mostrano “ le intenzioni “ dei Giudei.
Gesu’, a causa della sua predicazione, a causa delle opere che compie, anche in giorno di Sabato, a causa del fatto che dice di essere Dio, è pericoloso, un bestemmiatore, uno che si mette contro la legge, e, pertanto, va ucciso.
Ormai i giudei hanno emesso la loro sentenza.
Gesu’ lo sa, tanto è vero che il brano inizia dicendo che il Maestro “ se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo “.
Cio’ nonostante, se pur umanamente un po’ impaurito ( dice il brano “ quasi di nascosto “ ), va a Gerusalemme e li “ parla liberamente “.
Sembra un po’ contraddittorio che uno che ha paura si metta poi a parlare liberamente di fronte a chi vuole ucciderlo.
Cio’ denota, invece, la grandezza di Gesu’, che è realmente, e non per finta, vero uomo e vero Dio.
E’ uomo e, come tutti, ha le sue paure ( chi di noi si recherebbe in un luogo dove sa che gli abitanti del posto vogliono ucciderlo? ), ma è anche Dio, e, pertanto, come e più dei profeti, affronta le sue paure e non teme di parlare liberamente.
Parla cosi’ liberamente da sconvolgere i galilei, che, ormai convinti del fatto che andasse ucciso, iniziano a “ dubitare “ dei loro stessi capi, che “ non gli dicono nulla “, quasi come se avessero riconosciuto che lui è veramente il Cristo.
I galilei, infatti, sapevano che un Messia doveva venire ma non poteva essere quel Gesu’ perché loro “ sapevano da dove veniva “ mentre Cristo, quando sarebbe venuto, “ nessuno saprà di dove sia “.
E questo è il punto che impedisce ai giudei di vedere in Gesu’ il Messia.
L’essersi limitati alla conoscenza dell’ uomo ( è lo stesso Gesu’ che dice “ voi mi conoscete e sapete di dove sono “ ) senza aver saputo leggere, nei segni da lui compiuti, l’avverarsi delle “ profezie messianiche “ contenute nei testi sacri.
E’ per questo che non credono in lui e vogliono ucciderlo….ma devono attendere perché “ non era ancora giunta la sua ora “.
Cosa dice a me, a te, cristiani di oggi, questo testo?
Non ti fermare all’uomo Gesu’.
Tutti siamo attratti dalla figura del Cristo, anche i non credenti.
Le sue parole, i suoi insegnamenti, le sue azioni, sono “ oggettivamente “ buone e belle.
Ma se ci limitiamo all’uomo e non riconosciamo in lui il nostro Salvatore, il figlio di Dio, arriveremo necessariamente arrivare alla stessa determinazione dei giudei: “ dobbiamo ucciderlo “, nel senso che non possiamo credere in lui, alla sua eresia di “ ritenersi Dio “.
E allora la fede è fare questo passaggio: credere che Gesu’ non è un uomo che si professa Dio ma che è Dio veramente e che è venuto per la nostra Salvezza.
Cosa ci occorre per fare questo passaggio?
La conoscenza profonda delle scritture, in cui prendiamo atto che le sue parole, le sue opere, guariscono le persone e le salvano.
La sua Parola non è quindi parola di uomini ma di Dio.
Siamo, in pratica, tutti chiamati a compiere un percorso di eliminazione progressiva della nostra incapacità di riconoscere in lui il Salvatore.
Puo’ aiutarci in questo cammino la rilettura e la meditazione della splendida pagina evangelica propostaci dalla liturgia Domenica scorsa, in cui il “ cieco nato “ compie il suo percorso di guarigione nel riconoscere in Gesu’ dapprima l’uomo, poi il profeta e poi il Signore.
A termine di questo cammino non vorremo più uccidere Gesu’ ma, al contrario, seguirlo.
Buona giornata a tutti.