Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 27 Febbraio 2022

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“ Puo’ forse un cieco guidare un altro cieco? “

Una domanda, quella che pone Gesu’, la cui risposta è scontata: NO

Entrambi non ci vedono e……” cadranno nel fosso “.

Ma, se è cosi’ facile la risposta, perché il Maestro fa la domanda?

Per dare un insegnamento a ciascuno di noi, soprattutto a coloro i quali sono o si sentono “ piu’ addentrati “ in un cammino di fede.

Cristo ci sta dicendo forte in questa Domenica: Vuoi vedere che proprio tu, Antonio, Giuseppe, Laura, Roberta, sei cieco/a e, addirittura, lo sei molto di piu’ dei tuoi fratelli a cui dovresti dare testimonianza?

Dinanzi a questo interrogativo dobbiamo metterci in silenzio e meditare, con attenzione, sui nostri comportamenti.

Siamo veramente da “ scandalo “ per i nostri fratelli? Quali sono le “ travi “ conficcate nei nostri occhi? Perchè non proviamo a rimuoverle?

La trave è un tronco d’albero squadrato che viene usato come sostegno in varie strutture.

E’ quindi qualcosa di poderoso.

Nei nostri occhi, c’è, quindi, conficcato un “ qualcosa di grosso “, un “ peccato grande “ che ci impedisce di vedere.

Come rimuoverlo?

Innanzi tutto dandogli un nome.

Spesso, infatti, non abbiamo il coraggio di chiamare per nome i “ mostri che ci abitano “, nella vana speranza che, lasciandoli nel “ vago “, non “ definendoli “, siano meno pericolosi.

In tal modo ci si aggroviglia e non si fa nient’altro che girare e rigirare la trave nell’occhio, divenendo ancora piu’ ciechi.

Dare il nome è invece importante, anche se, all’inizio, fa male.

Dire io sono “ dipendente dall’alcool “, dire io sono “ avaro “, dire io sono “ violento “ fa paura, ma è indispensabile.

La presa d’atto del problema è il primo passo per guarirne.

Le “ medicine “, poi, saranno la Misericordia di Dio e la sua Parola.

La Misericordia consente di non sentirsi sbagliati, di non sentirsi persi, sconfitti, ma di mettere il proprio peccato nelle mani di Dio certi che Lui ci ama nonostante il nostro peccato e ci perdona, qualsiasi esso sia.

L’incontro con il Misericordioso è indispensabile perché ci fa capire che ce la possiamo fare.

Poi ci vuole costanza, impegno, confronto quotidiano con la Parola.

Se la Misericordia ci dice che “ ce la possiamo fare “, la Parola ci dice “ come ce la possiamo              fare “ in quanto, giorno dopo giorno, ci plasma, ci smussa, e ci fa, a mano, a mano, anelare a vivere in sua conformità.

Progressivamente si riuscirà a cavare la “ trave “ che, per lungo tempo, ci ha impedito di vedere, e si potrà veramente fare da guida, da testimoni, a tanti nostri fratelli, aiutandoli a rimuovere la                    “ pagliuzza “ presente nei loro occhi.

Ci trasformeremo in “ vedenti “ che guidano “ ciechi “ per poi divenire “ vedenti “ che, con gioia, camminano con “ altri vedenti “: i fratelli che avranno rimosso la loro “ pagliuzza “.

Da “ ciechi “ a “ vedenti “: a questo conducono Misericordia e Parola.

Buona Domenica e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.