Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 27 Aprile 2022

936

“ Chiunque infatti fa il male odia la luce e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece, chi fa la verità viene verso la luce perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio “.

In questo versetto c’è una verità importantissima.

Ci viene indicato dove conducono le due opposte strade del “ male “ e della “ Verità “.

Il male “ non viene alla luce “, si tiene lontano dalla luce perché le sue opere “ non vengano riprovate “.

Chi fa il male, ci sta dicendo il testo, sa di farlo, ha compiuto una scelta specifica, ha orientato la sua vita verso il buio.

Non è vero, quindi, quando si cerca di giustificarsi dal proprio peccato dicendo “ non sapevo di stare facendo del male “.

Se, infatti, provi a nascondere cio’ che fai, tendi a “ non farlo venire alla luce “ per non essere “ riprovato “, è ovvio che sai che cio’ che stai facendo è sbagliato.

Altrimenti, perché dovresti nasconderlo e dovresti temere di essere riprovato?

Questa pagina è quindi un invito a “ toglierci la maschera “ e ad ammettere che abbiamo scelto deliberatamente il male.

Questa ammissione è liberante perché ci dà l’opportunità di rivolgerci al Padre cosi’ come fece il pubblicano della nota parabola: “ Abbi pietà di me che sono un peccatore “.

Stiamone certi: il Signore, nella sua infinita Misericordia, ci perdonerà all’istante e, come disse alla donna adultera, guardandoci con amore, ci sussurrerà: “ Non ti condanno, và e d’ora in poi non peccare piu’ “, che, in altre parole, significa: smetti di essere “ figlio del buio “, di vivere una vita in cui devi “ nascondere “ le tue opere perché sono riprovevoli, e diventa “ figlio della luce “, compiendo le opere di Cristo, che è… la tua Luce.

Di queste opere sarai soddisfatto e non vorrai nasconderle ma mostrarle, portarle alla luce.

La differenza cristiana sta nel “ convertirsi dal buio alla luce “, dal “ non venire alla luce “ all’ “andare verso la luce “.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.