“ Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora “.
Per “ vegliare “, per “ stare attenti “, è necessario “ fare allenamento “ ogni giorno, sapendo che lo “ Sposo “ può arrivare all’improvviso e che, in quel momento, bisogna essere pronti.
Se io porto con me solo “ le lampade “, cioè l’esteriorità, il ritualismo, il devozionalismo che non mi cambia di una virgola, sarò uno “ stolto “ perché non avrò badato a procurarmi “ l’olio “, indispensabile per accendere la lampada.
L’olio è cio’ che mi illumina, mi rende vivo, mi fa brillare e mi consente di non essere un involucro, una “ lampada spenta “ e, quindi, inadatta ad accogliere lo Sposo che arriva.
A curarsi troppo delle lampade, tralasciando l’olio, che è l’essenziale, si corre il grande rischio di “ addormentarsi sul più bello “, di “ vedersi chiusa in faccia la porta “ e, soprattutto, di sentirsi dire, nel momento del giudizio, la frase più brutta della propria esistenza: “ NON VI CONOSCO “.
E’ proprio cosi’.
Non saremo riconosciuti da Dio se non avremo coltivato, in vita, una vera relazione con Lui, se non gli avremo consentito di operare in noi e attraverso di noi.
Stiamo dunque attenti.
Diamo olio alle nostre lampade.
Diversamente, per scelta nostra, non saremo “ ri-conosciuti “.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.