Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 26 Giugno 2022

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Camminare e seguire.

Due verbi di movimento connotano la pagina di questa Domenica.

CAMMINARE

Gesu’ cammina.

E’ un tratto saliente del suo essere.

Nel Vangelo si legge moltissime volte che camminava da villaggio in villaggio, portava l’annuncio del Regno ovunque.

E dal suo agire deriva il primo insegnamento per noi.

Il cristiano non è un uomo di stasi ma di movimento, non è un uomo destinato a vivere una fede intimistica ed individuale all’interno di una Chiesa ma è chiamato a camminare per le strade del mondo annunciando la Parola di Dio.

Camminare, va bene.

Ma per andare dove?

Gesu’ prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme “.

Il Signore sapeva che a Gerusalemme non era ben gradito, sapeva che rischiava seriamente, come poi accadde, di essere ucciso.

Cio’ nonostante prende la “ ferma decisione “ di mettersi in cammino proprio verso quella città.

Perchè?

Perchè era la sua missione, era il compito personale a cui era stato chiamato: morire in croce e poi risorgere per salvare il mondo.

Ed ecco il secondo insegnamento per noi.

Dobbiamo prendere la “ ferma decisione “ di svolgere la missione, unica e irripetibile, affidata a noi.
Prendere la “ ferma decisione “ significa non tentennare, non essere titubanti, non desistere anche quando la strada è dura, anche quando la convenienza spingerebbe a virare per un’altra via.

Cedere, rinunciando al compito per cui si è stati creati, puo’ dare, al momento, una sensazione di sollievo per le rinunce a cui ci si è sottratti ma, alla lunga, dà un senso di vuoto, di mancanza di senso.

SEGUIRE

Ti seguiro’ ovunque tu vada “.

Seguimi “.

Ti seguiro’ Signore “.

Due volte sono degli uomini che vogliono seguire Cristo.

Il primo è uno “ dai facili entusiasmi “ ( “ Signore ti seguiro’ ovunque tu vada “ ) e subito Cristo lo mette dinanzi alla realtà dicendogli che la sequela non nasce da un’emozione, da un istinto, ma da una scelta forte e motivata.

Chi segue Cristo “ non sa dove posare il capo “, si gioca tutto per il Signore.

Una terza indicazione per noi: E’ bello seguire Gesu’ ma va fatto seriamente, nella piena consapevolezza di cio’ che comporta.

Il secondo uomo pone condizioni: “ lascia prima che mi congedi da quelli di casa mia “.

La risposta è dura: “ Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio “.

Scegli…dice Gesu’.

La sequela è una scelta forte, che impone priorità.

Se il tuo tesoro, il tuo cuore, è in altro, non sei adatto per il Regno di Dio.

E veniamo al terzo uomo.

Qui è Cristo che gli dice “ Seguimi “.

Il tale è scosso e…prende tempo.

Permettimi di andare PRIMA a seppellire mio padre “.

La risposta di quel tale è la nostra.

Se siamo cristiani sappiamo che Cristo, un giorno, ci ha detto: “ Seguimi “.

Anche noi siamo spaventati, chiediamo tempo, chiediamo il permesso di fare PRIMA qualche altra cosa, chiediamo il tempo di poter regolare i conti con il nostro passato.

Lascia che i morti seppelliscano i loro morti “.

Mettiamocele in testa questa frase.

Non torniamo indietro, non pensiamo che “ manchi poco “ ( giusto il tempo di “ seppellire mio padre “ !!! ) per risolvere i problemi della nostra vita per POI dedicarci a Dio.

In quel “ poco “ c’è l’inganno del tentatore in quanto non ci vuole “ poco “ per risolvere le questioni pendenti, ma ci vuole “ tanto “, cosi’ tanto che si finirà….per non iniziare mai la sequela.

Lasciamo allora oggi “ il nostro morto “, la nostra parte ferita che cerca di risolvere i problemi dell’infanzia ( “ seppellire mio padre “ ) e prendiamo la “ ferma decisione “ di iniziare una vita nuova, la vita bella che ci ha promesso Gesu’, che ci consentirà di essere “ elevati in alto “.

Buona Domenica e buona riflessione a tutti.

A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.