Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 26 Agosto 2022

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Gesu’, come solitamente avviene, prende spunto da elementi della vita reale del suo tempo per dare a coloro che lo ascoltavano ed, oggi, a noi, un messaggio per la vita spirituale.

Era usanza fra gli ebrei che lo sposo si presentasse di notte a casa della sposa, che era in compagnia delle sue damigelle. 

All’annuncio che si stava avvicinando le damigelle uscivano con le lampade per illuminargli la strada che conduceva a casa della sposa, ove era atteso per dar luogo all’inizio dei festeggiamenti. 

Questa “ usanza “ viene utilizzata oggi da Cristo per darci “ dritte “ per la nostra vita. 

E’ opportuno, per comprendere la parabola, capire cosa significhino tutti gli elementi in essa richiamati.

Le “ vergini “ siamo tutti noi, tutto il popolo, che deve, ovviamente, prepararsi ad andare incontro allo “ sposo “, che è Cristo.

Per andare incontro ad una persona bisogna vederla e, quindi, sono necessarie delle “ lampade “, delle luci, le quali vanno alimentate con l’ “ olio “ in quanto, diversamente, si spengono.

Avendo ben chiaro quanto appena detto, è agevole la lettura “ di fede “ del testo.

Il popolo ( “ le vergini “ ) si divide in coloro che sono saggi e in coloro che sono stolti.

Saggio, per definizione di vocabolario, è “ chi possiede per natura, studio o esperienza, capacità di giudizio profondo ed equilibrato ed agisce, conseguentemente, in maniera intelligente e accorta “. 

Stolto, invece, sempre attenendoci al dizionario, è “ chi dimostra scarsa intelligenza o avvedutezza, o colui che che manca di discernimento “. 

Lo stolto è, come appena detto, chi “ manca di discernimento “, cioè colui che non sa  “ scegliere separando “, e che, pertanto, dà, per assenza di “ giudizio ed equilibrio “, attenzione solo ad aspetti secondari della propria vita senza soffermarsi sull’essenziale.

Qual è questo essenziale?

La FEDE, che va alimentata, nutrita, coltivata, annaffiata.

La fede è rappresentata dall’olio.

L’olio era necessario alla sposa per accendere la lampada e, quindi, per accorgersi dell’arrivo dello sposo e per andargli incontro.

La fede, allo stesso tempo, è indispensabile per avere quello “ sguardo di luce “ occorrente per  scorgere il passaggio del Signore in tutti gli accadimenti della nostra vita.

Se la fede non viene alimentata la nostra esistenza è connotata dal buio, da quella “ notte perenne “ che ci impedisce di saper leggere gli avvenimenti e che ci chiude in una cappa di negatività, nella “ sindrome di calimero “ che ci porta a pensare che “ capitano tutte a noi “.

La mancanza di fede ci impedisce di vedere Cristo che passa nella nostra vita, che viene più volte,  “ nel giorno e nell’ora in cui non ce lo aspettiamo “.

E’ pertanto necessario, finché siamo su questa terra, dare una svolta radicale alla nostra esistenza ed iniziare a nutrire la nostra fede.

Il tutto per sentirci dire, quando “ varcheremo la porta “ che ci conduce all’eternità: “ entra figlio mio, ti conosco. Benvenuto nella casa del Padre “.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.

A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.