“ Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli “.
Fatti e non parole!!!
Questo è quello che, in estrema sintesi, ci dice oggi Gesu’.
Si salva chi fa la “ volontà “ del Padre e non chi “ chiacchiera “, cioè si limita alle devozioni, ai riti, alle ripetizioni di preghiere senza che la sua vita sia da cio’ minimamente scalfita.
Ma, cosa significa, concretamente, “ fare la volontà di Dio “?
Anche questo ci viene spiegato dall’odierna pagina evangelica.
Fare la volontà di Dio significa: ASCOLTARE le sue parole e….METTERLE IN PRATICA.
Tutto nasce, come ho scritto più volte, dall’ascolto.
E’ la priorità assoluta.
Ma cio, ovviamente, non basta, perché, se mi limito ad ascoltare senza che cio’ abbia incidenza su di me, diventa attività sterile, che si riduce ad un blando sentire.
E si, perché bisogna tener presente la fondamentale distinzione tra il “ SENTIRE “ e l’ “ ASCOLTARE “.
Sentire è percepire tra la confusione, quasi avvertire un brusio, senza prestare a quel suono una particolare attenzione.
E’, spesso, il nostro modo di approcciarci agli altri.
Facciamo finta di ascoltare cosa dicono ma, in realtà, mentre loro parlano, noi stiamo pensando ad altro e, quindi, di cio’ che ci hanno detto non ci resta nulla se non un “ brusio di sottofondo “.
Se adottiamo lo stesso “ modus agendi “ con la Parola di Dio il risultato sarà che avremo “ sentito “, magari anche tante volte, delle bellissime e profondissime letture, ma esse ci avranno lasciato completamente indifferenti, non avranno acceso in noi quel fuoco che la Parola da a chi, al contrario, la ascolta in profondità.
E’ ovvio che se la Parola ci scivola addosso non potemmo mai “ metterla in pratica “ perché, non scavando nei nostri cuori, non convertendoli, mai avremo il coraggio di vivere la nostra vita alla sequela, liberante ma dura, del Vangelo.
Quale sarà il risultato?
Che, appena sopraggiungerà una difficoltà, non saremo in grado di affrontarla perché abbiamo costruito la nostra casa, cioè noi stessi, sulla sabbia, sul nulla.
Al contrario chi, anche con sforzo, fa un cammino che lo porta all’ascolto profondo, viene trasformato dalla Parola, che sente bruciare dentro, e comprende che solo basando la sua vita su di essa, sugli insegnamenti che provengono da Cristo, la propria esistenza acquisisce senso, acquisisce solidità, quella solidità che gli sarà cosi’ necessaria allorquando arriveranno le inevitabili tempeste della vita, che non lo abbatteranno perché avrà costruito la sua casa, cioè se stesso, sulla roccia di Cristo.
Per concludere propongo due domande come stimolo alla riflessione.
Chiediamoci oggi: “ Sentiamo “ od “ ascoltiamo “ le parole degli altri e, soprattutto, quelle di Dio?
La lettura della Parola ci “ muove dentro “ o “ ci lascia indifferenti “ ?
Buona giornata e buona riflessione a tutti.