“ Guai a voi “, “ ipocriti “, “ ciechi “.
Sono le tre espressioni che si ripetono più volte nel Vangelo di oggi.
Mettendole insieme, in un’unica frase, si trae l’ammonimento che Gesu’vuole dare a tutti noi: “ Guai a voi, che siete ipocriti e ciechi “.
L’ “ ipocrita “ è colui il quale indossa una maschera, è finto, costruito, è apparentemente irreprensibile all’esterno ma, nel suo interno, è pieno di falsità.
Bisogna stare pertanto attenti a non assumere le vesti del “ cristiano ipocrita “, di colui, cioè, che “ fa il perfettino “, va sempre a messa, recita rosari, da una mano in parrocchia, ma, poi, magari, appena “ uscito dalla sacrestia “, è incapace di perdonare, trama il male contro gli altri, trascurando “ giustizia, misericordia e fedeltà “.
Se un po’ ci siamo riconosciuti nella descrizione appena fatta, il Signore ci vuole oggi richiamare dicendoci di stare attenti perché stiamo percorrendo una strada sbagliata, siamo “ ciechi “ che, per lo più, hanno la presunzione di vederci bene ma che, in realtà, stanno trascurando l’essenziale della vita cristiana: l’interiorità, la relazione profonda e quotidiana, attraverso la preghiera, con il Signore.
Solo curando questa relazione “ l’interno del bicchiere “, la nostra anima, potrà fare propri gli stessi desideri di “ giustizia, misericordia e fedeltà “ che muovono il cuore di Cristo.
Viceversa, un ritualismo senza relazione con il Creatore porta ad una cura sterile dell’esterno che si sofferma, però, solo su aspetti irrilevanti senza modificare minimamente il proprio essere.
“ Guai a noi “, pertanto, se non curiamo la nostra interiorità: resteremo sempre ciechi ipocriti.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.