“ Gesu’ si trovava in un luogo a pregare “.
Cosi’ inizia il Vangelo di questa XVII Domenica del tempo ordinario.
E subito c’è una grande indicazione per noi: Gesu’ prega.
Ma che bisogno aveva Gesu’ di pregare?
Spesso si sente questa domanda.
Chi la pone non sa cos’è la preghiera.
Pregare è dialogare, è relazionarsi, è parlarsi faccia a faccia, con il cuore in mano, in intimità.
Spesso si scambia la preghiera con le “ preghiere “, formule da ripetere stancamente senza neanche soffermarsi sul significato delle parole che escono dalla bocca.
No, la preghiera è tutt’altro, è un mix di silenzio, di ascolto, di lode, di richiesta; è, in sintesi, “ relazione vera con il Dio vivo e vero “.
Per questo Gesu’ prega, perché la preghiera gli consente di stare in relazione con il Padre.
E allora valga anche per noi la richiesta dei discepoli: “ Insegnaci a pregare “.
Gesu’ anche a noi risponde donandoci lo schema essenziale di ogni preghiera: il Padre Nostro, da piu’ autori definito “ la sintesi dell’intero Vangelo “.
Quelle del Padre Nostro sono le uniche parole da utilizzare nella preghiera, le altre sono superflue.
L’atteggiamento dell’orante deve invece essere “ l’invadenza “.
L’invadente, nella nostra concezione, è un tipo fastidioso, che vuole “ farsi i fatti nostri “, da cui è meglio tenersi alla larga.
Ma “ l’invadente “ è anche “ un insistente “, uno che non si stanca mai di chiedere, di cercare e di bussare.
A volta la preghiera ci sembra inutile, ci sembra che Dio non si interessi di noi.
Allora ci arrendiamo, diciamo che “ non ne vale la pena “.
Ecco perché il cristiano deve essere invadente.
Non si deve scoraggiare e deve persistere in quanto è impossibile che Dio non gli dia quello che veramente gli occorre e che, quindi, “ deve chiedere con insistenza “.
E cosa deve chiedere?
Ce lo dice Gesu’ nel Vangelo di oggi: “ Quale padre, tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo gli darà uno scorpione? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto piu’ il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glie lo chiedono “.
Ecco cosa deve chiedere: lo Spirito Santo, lo Spirito di amore, l’ “ equilibratore meraviglioso della nostra anima e del nostro essere “, che dona stabilità, saldezza, certezza, quella certezza di non essere mai abbandonati da quel Dio che ci ama alla follia tanto da venire ad “ abitare in noi “.
Concludo ponendo alcuni spunti di riflessione.
Chiediamoci oggi: 1) sono uomo di preghiera o di “ preghiere “?; 2) sono “ invadente “ con Dio?; 3) cosa chiedo a Gesu’, quello che ritengo sia giusto per me o il dono dello Spirito Santo?
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.