Elisabetta fa un gesto “ rivoluzionario “: interviene mentre “ gli uomini “, venuti per circoncidere il bambino, volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria.
Una donna osa parlare, osa esprimere una sua opinione, osa opporsi alla tradizione, osa contestare degli uomini.
Nella realtà del tempo era inconcepibile.
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Sarà riecheggiato fortissimo, nella sua casa, quel: “ No. Si chiamerà Giovanni “.
Immagino le facce degli uomini presenti: si saranno fatte scure dinanzi all’ardire di Elisabetta.
Ma il Signore interviene a sostegno della coraggiosa donna e restituisce la favella al padre del neonato che, a conferma di cio’ che aveva detto la moglie, dice: “ Giovanni è il suo nome “.
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Zaccaria “ chiude il cerchio “: era divenuto muto quando “ aveva dubitato “ all’annuncio dell’angelo che gli preannunciava l’arrivo, in tarda età, di un figlio, ed ora riacquista la parola riconoscendo l’intervento divino nella sua vita.
Giovanni significa infatti “ dono di Dio “.
Ecco perché doveva essere quello il suo nome.
Dio lo aveva donato a questa coppia avanti con gli anni, che, nonostante una condotta esteriormente irreprensibile, era sterile.
Nulla è impossibile a Dio.
E’ questo il messaggio che c’è dietro la nascita di Giovanni.
Il Signore è sempre pronto a farci “ doni inaspettati “.
A noi sta solo di crederci e di accettarli con gioia.
Buona giornata e tanti auguri a coloro i quali portano il nome di Giovanni.