Ancora tanta “ folla “ si raduna quando arriva Gesu’.
Lo abbiamo visto due giorni fa.
La folla pressa il Maestro.
Nel brano letto Giovedi’ è lo stesso Gesu’ che si spaventa della folla e, temendo di essere schiacciato, chiede ai suoi discepoli di preparargli una barca per allontanarsi.
Oggi sono invece i “ suoi “ che escono per andare a prenderlo, a sottrarlo dalla calca.
I “ suoi “ sono un’altra categoria collettiva, meno numerosa della folla ma ugualmente indistinta ed incapace di comprendere il suo reale messaggio.
Sono, addirittura, capaci di “ fare peggio “ della folla.
Se quest’ultima, infatti, fa ressa ove c’è Cristo perché lo scambia per uno che risolve i problemi della vita materiale, per uno che sfama le persone senza necessità che esse debbano impegnarsi, i “ suoi “, i familiari più stretti, pensano che Gesu’ vada “ tutelato “ perché E’ PAZZO, è “ fuori di sè “.
Neanche i più intimi lo conoscono.
Eppure….una cosa giusta la dicono!!!
“ E’ fuori di sé “.
E’ VERO.
Gesu’ è “ fuori di sè “ ma non perché, come credono i suoi familiari, è matto, ma perché “ esce da sè stesso “ per donarsi agli altri.
E’ questo il grande messaggio del testo odierno.
Il Maestro invita tutti a “ uscire da sè stessi “, ad abbandonare le proprie chiusure, i propri egoismi, la propria visione ego-centrata per donarsi agli altri, per mettere a disposizione di tutti i propri personali talenti.
Chi agisce cosi’, anche oggi, viene ritenuto “ fuori di sé “, pazzo, idealista, illuso.
E, allora, ecco un importante parametro per misurarci.
Se qualcuno ci ride in faccia, ci prende per matti a causa del nostro annunciare Cristo e del provare, con i nostri limiti creaturali, a vivere in conformità al suo Vangelo, siamone lieti perché siamo “ fuori di noi “, cioè aperti all’amore, alla vita e non chiusi, ingabbiati, nel nostro egoismo.
Chiediamoci quindi oggi: “ sono fuori di me o sono chiuso in me? “
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello