“ Come può costui darci la sua carne da mangiare? “
E’ oggettivamente difficile dar torto ai Giudei, non condividere la loro perplessità.
Se uno mi dicesse che “ mi dà la sua carne da mangiare “ penso che, qualora riuscissi a trattenermi dal fargli una sonora risata in faccia, gli consiglierei di andare, con urgenza, da uno psichiatra!!!
L’autore del testo, che scrive dopo la morte di Gesu’, nel descrivere la “ logica reazione “ dei Giudei, non ha interesse a rimproverarli ma vuole parlare a chi leggerà, a chi sa della “ Resurrezione “ e, quindi, può comprendere le Parole del Maestro.
Gesu’ oggi ci dice che cos’è l’eucarestia: “ mangiare la sua carne e bere il suo sangue “.
Il tutto racchiuso in un fragile pezzo di pane.
Questa è l’eucarestia: “ la forza della debolezza “.
Un pezzettino di pane, una cosa piccola, insignificante, con l’effusione dello Spirito Santo diviene, in ogni celebrazione, il CORPO di CRISTO, diviene presenza viva e vera di Gesu’ “ in mezzo a noi “, presenza viva e vera di Gesu’ “ in noi “ che ci nutriamo di lui.
Mangiando quella particola, come ci dice il testo “ Cristo rimane in noi e noi rimaniamo in Lui “.
Qual è l’effetto di questo “ rimanere “, di questa “ intima unione “?
“ Colui che mangia me VIVRA’ PER ME “.
Chi si nutre di Cristo vive per Cristo perché, a furia di mangiare Lui anela a vivere come Lui, quindi a “ vivere in eterno “.
“ Chi mangia questo pane vivrà in eterno “.
Non facciamocelo mai mancare, nutriamoci con esso quotidianamente.
E’ l’unico che non conduce alla morte ma alla “ vita eterna “.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.