La liturgia propone oggi gli ultimi versetti del Vangelo di Giovanni ove si parla della sorte del “ discepolo che Gesu’ amava “.
Il Signore aveva appena detto a Simon Pietro di seguirlo, predicendogli anche con quale morte avrebbe glorificato Dio ( “ quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi “ ).
Pietro, allora, chiede a Gesu’ quale sarà la sorte di Giovanni ( “ Signore, cosa ne sarà di lui? “ ).
A questa domanda Cristo risponde: “ Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi “.
Molte sono state le interpretazioni che ha avuto questa risposta, tanto è vero che lo stesso testo evangelico dice che fu intesa dai “ fratelli “ nel senso di credere che a Giovanni sarebbe stata evitata la morte terrena.
Tra le varie interpretazioni ( per chi volesse approfondire suggerisco un accesso al bel sito amicidomenicani.it, in cui vengono fornite tantissime spiegazioni sui testi sacri ), quella più comune è la seguente: “ se io voglio che egli rimanga vivo finché io venga a prenderlo nella sua più tarda vecchiaia, cosa importa a te? Tu seguimi per la via della croce ”.
Da questa lettura possiamo trarre degli spunti di riflessione per la nostra vita spirituale.
Il percorso di fede di ciascuno di noi è unico, irripetibile, e non può essere comparato a quello degli altri.
Cristo dice a ciascuno di noi: “ Seguimi “.
Chi vuole pertanto mettersi alla sequela di Cristo deve, con le sue peculiarità, le sue fragilità, i suoi pregi e i suoi difetti, mettersi dietro a Gesu’ e, in base alla propria personale vocazione, fornire il suo servizio al Regno.
Questo cammino per alcuni sarà più semplice, per altri più arduo, per altri ancora significherà pagare con la propria vita l’adesione a Cristo e al Vangelo.
Questo, noi, all’inizio del percorso, non lo sappiamo e non deve neppure interessarci.
Dice Gesu’ a Pietro: “ Cosa importa a te “ della sorte di Giovanni?
Allo stesso modo a noi non interessa perché Cristo scelga strade diverse per ciascuno di noi perché noi sappiamo, per fede, che lui ci ama e prepara, a ciascuno, la sua strada, che è unica, cosi’ come siamo unici noi.
E, allora, non occupiamoci del percorso degli altri.
Diciamo il nostro si alla chiamata di Cristo e la nostra esistenza sarà pienamente realizzata nella sua unicità.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.