Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 22 Gennaio 2023

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Nel brano evangelico di questa IIIª Domenica del tempo ordinario c’è la “ sintesi quasi integrale “ (manca la passione, morte, e risurrezione ) della vita pubblica di Gesu’, che inizia quando viene a sapere che “ Giovanni era stato arrestato “.

L’arresto di Giovanni segna lo spartiacque, il passaggio dalla “ vita privata “ alla “ vita pubblica “ di Cristo.

Il “ testimone della luce “ ha terminato la sua missione ed ora tocca alla….” luce vera “.

Come inizia la vita pubblica di Gesu’?

Con il suo “ ritiro in Galilea “.

Il “ ritiro “ indica un momento di intimità con sé stesso e, allo stesso tempo, di confronto con il Padre.

E’ un’indicazione importante per la nostra vita spirituale.

Ogni cammino deve iniziare con un “ ritiro in noi “ in cui portiamo a Dio le nostre idee, le nostre ansie, le nostre preoccupazioni, e gliele affidiamo nella certezza che Lui ci sorreggerà.

Dopo essersi “ ritirato “ Gesu’ inizia a predicare dicendo a tutti: “ Convertitevi perché il Regno dei cieli è vicino “.

Gesu’ è venuto ad annunciare questa buona novella: il Regno è vicino a te, a me.

Dice a tutti noi: non fatevelo scappare, è a portata di mano!!!

La sua, però, è una voce sola, anche se autorevole, e, allora, per realizzare l’opera di evangelizzazione, ha bisogno di aiuto, ha bisogno di persone che lo seguano e che, a loro volta, portino ad altri il lieto annuncio.

E cosi’ VEDE due fratelli, Simone ed Andrea, e li invita a seguirlo facendo loro una strana promessa: “ vi farò pescatori di uomini “, per poi VEDERNE altri due, Giacomo e Giovanni, e chiamarli.

Se il cristianesimo è arrivato fino ad oggi è perché questa catena non si è mai spezzata.

Gesu’ continua a VEDERE, continua a CHIAMARE e chiama spesso uomini, come i primi quattro discepoli, che la nostra società non riterrebbe all’altezza, chiama proprio me, proprio te, tutti ripiegati a cercare di riparare le nostre reti rotte e vuote, e ci dice: VIENI DIETRO DI ME, cioè ci invita a non sprecare vita, tempo, a riparare cio’ che è rotto ma a cambiare completamente, a convertirci alla gioia, a metterci alla sua sequela e a diventare “ pescatori di uomini “.

Essere “ pescatori di uomini “ è la missione universale di ogni cristiano.

Tutti dobbiamo annunciare Cristo con la nostra vita, con le nostre opere e, infine, solo se occorre, come diceva San Francesco, anche con le parole.

Il Vangelo di oggi vuole quindi dirci che siamo chiamati all’annuncio della buona novella.

Per farlo ci vuole però una scelta, una decisione definitiva, quella di avere il coraggio di “ lasciare le nostre reti rotte “ che, se pur tali, non vogliamo abbandonare perché ci danno un’idea di falsa sicurezza che, in realtà, non esiste.

Se si è rotta si è rotta ed è quindi arrivata l’ora di buttarla via e di lanciarsi in questa nuova avventura, quella di essere “ pescatori di uomini “, cioè pescatori “ strani “, diversi da quelli di pesci perché mentre questi ultimi gettano le reti in mare per catturare gli animali e, quindi, per togliere loro la vita, i “ pescatori di uomini “ fanno l’esatto contrario: testimoniando Cristo consentono ad altri fratelli di ritrovare la loro liberà, soffocata nelle reti in cui si erano imbrigliati, e, quindi, ridonano vita.

Donare vita, questo vuol dire essere “ pescatore di uomini “.

Gesu’ oggi ti chiede: che aspetti ad esserlo anche tu?

Buona Domenica e buona riflessione a tutti.

Foto: mia.