“ Vuoi guarire? “
Sembra assurda la domanda di Gesu’.
Ma come, un uomo che è malato da trentotto anni puo’ mai non voler guarire?
Sembra strano ma è propri cosi’.
E, spesso, anche noi, somigliamo molto a quell’uomo.
Ci lamentiamo, cosi’ come faceva lui, e diamo la colpa agli altri per i nostri problemi, per le situazioni che viviamo.
Quel “ Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina “ che dice il malato assomiglia al nostro “ Signore, mi passano tutti davanti perchè sono raccomandati; Signore, ho questo problema in famiglia ma non posso fare nulla “.
Quel malato, cosi’ come noi, ci siamo un po’ abituati ai disagi ed, anzi, ce li “ accarezziamo “ pure perché, dicendo che è sempre colpa degli altri, non ci impegniamo mai a far nulla per uscire da quelle situazioni che, con la bocca, diciamo di non amare.
E’ facile dire che è sempre colpa dell’altro, perché cio’ ci deresponsabilizza e ci fa crogiolare in quel ruolo di vittime che tanto ci piace.
Guarire, al contrario, significa prendersi delle responsabilità, impegnarsi, passare dalla posizione dei malati, che è quella “ sdraiata “, a quella dei sani, che è quella “ eretta “.
Gesu’ è li’, pronto, SE VUOI, a guarirti, e ti indica la strada: “ Alzati, prendi la barella e cammina “.
Se vogliamo guarire dobbiamo muoverci, camminare, lottare.
La guarigione non è fatta per gli sdraiati.
Chiediamoci quindi oggi: “ Voglio guarire? “
A ciascuno, come sempre, la sua risposta.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.