“ Non giudicate “
E’ il comandamento, o, meglio, la Parola, che ci dona oggi Gesu’.
E’, forse, tra i più difficili insegnamenti da mettere in pratica.
Dobbiamo infatti ammettere che la “ tentazione “ del giudizio è in ognuno di noi, sopratutto quando si intraprende un cammino di fede alla sequela del Maestro.
Si tende, infatti, ad un certo punto, a “ sentirsi migliori “, a giudicare i comportamenti altrui, condannando chi si comporta diversamente.
Cosi’ facendo, però, si finisce per dimenticarsi di una grande verità: siamo tutti peccatori perdonati dall’immensa misericordia di Dio.
Anche, pertanto, se seguo un cammino, se ho frequentazione con Cristo e con le Scritture, non sono un “ perfetto “ ma resto un uomo che, proprio perché alla sequela del Maestro, deve affinare il suo sguardo sugli altri ed essere, nei loro confronti, non “ giudice inflessibile “ senza averne alcun titolo ma misericordioso.
Come si fa a migliorare in questo “ fondamentale “?
Con molta preghiera, con l’intensificazione della relazione con Cristo.
Solo in questo modo si riesce, nel quotidiano confronto con il Signore, a capire i nostri tanti lati oscuri e le volte in cui Dio ci ha perdonati; dall’acquisizione di questa consapevolezza deriverà un diverso atteggiamento di misericordia anche nei confronti degli altri, in quanto si comprenderà che se Dio non li ha condannati non possiamo arrogarci noi il diritto di farlo.
Ci sia da esempio, nel nostro percorso di “ purificazione dal giudizio “, la parabola della “ donna adultera “ ( Gv 8, 10-11 ), in cui leggesi quanto segue: “ Alzatosi, allora, Gesu’ le disse: “ Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? “ Ed essa rispose: “ Nessuno, Signore “. E Gesù le disse: “ Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più “.
Il giudizio, la condanna, hanno, quale unico effetto, quello di rendere presuntuoso chi lo/la esprime e di umiliare chi lo/la riceve; la misericordia, invece, allarga il cuore a chi la dona e spinge chi ha commesso uno sbaglio a modificare il suo comportamento perché non si sentirà più condannato ma perdonato.
In conclusione: “ Non giudichiamo e non saremo giudicati “; solo cosi’ ci sentiremo tutti figli amati e perdonati.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.