Oggi la Chiesa celebra la Solennità di Nostro Signore Gesu’ Cristo, Re dell’Universo.
Che strano re, questo Gesu’, appeso ad una croce come il peggiore dei malfattori.
Vicino alla sua croce ci sono tante categorie di persone, ognuna delle quali ha un diverso atteggiamento nei confronti del Maestro.
Vediamo quali sono queste categorie e, poi, facciamoci una domanda: in quale di queste mi collocherei?
La prima categoria è il popolo.
Il popolo “ sta a vedere “.
Me le immagino tutte quelle persone.
Avevano seguito Gesu’, avevano ascoltato la sua predicazione, avevano assistito ai suoi miracoli.
Si meravigliano, giustamente, del fatto che quell’uomo, che a loro pareva essere un grande profeta, forse il piu’ grande che ci fosse mai stato, stesse per fare la fine dei malfattori, crocifisso proprio in mezzo a due ladri.
Il popolo allora “ sta a vedere “, si interroga su chi sia quel Gesu’: un grande profeta o un malfattore?
Siamo popolo quando anche noi non ci fidiamo fino in fondo.
Siamo affascinati dall’uomo Gesu’, dalla sua predicazione, dalla sua Parola ma, in fondo in fondo, abbiamo difficoltà a dirci certi che siamo chiamati, come Lui, all’Eternità.
E allora titubiamo, non ci apriamo fino in fondo a Cristo, lo teniamo in superficie senza abbandonarci definitivamente a Lui.
I capi e i soldati “ lo deridevano “.
La loro frase era: “ se è Cristo, se è il re dei Giudei, perché non salva se stesso? “.
Hanno ragione questi uomini.
I re della terra sono potenti, forti e, certamente, pensano prima a salvare loro stessi e poi gli altri.
Un re appeso ad una croce è assurdo, è ridicolo: per questo lo deridevano.
Siamo “ capi “ e “ soldati “ quando anche noi deridiamo Gesu’ pensando, dentro di noi: “ ma chi glielo ha fatto fare? “.
Il risvolto pratico di questo pensiero è rivolgere la stessa affermazione a noi stessi: “ chi me lo fa fare “ a….comportarmi bene, ad essere un onesto cittadino, a vivere nel rispetto dei principi evangelici se, per conseguire il successo, bisogna fare, come insegna il mondo, esattamente l’opposto?
Cosi’ ragionando e, di poi, trasformando in azione i nostri pensieri, finiamo per conformarci alla mentalità comune e diveniamo schiavi del peccato.
Il primo malfattore “ lo insultava “ dicendogli: “ Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e NOI “.
Ci identifichiamo con il primo malfattore quando abbiamo un’immagine di Cristo “ risolutore dei nostri problemi “.
Pensiamo di dover essere “ i preferiti da Gesu’ “, forse perché partecipiamo a qualche Messa, diciamo qualche rosario e, non appena ci accade qualcosa, viviamo una sofferenza…prendiamo le sembianze del “ primo malfattore “ ed insultiamo Dio perché non ci ha protetto, non ci ha tutelato nonostante siamo…tanto bravi.
Dio non è un’assicurazione sulla vita, Dio è il senso della mia vita.
Il secondo malfattore rimprovera il primo e dice a Gesu’: “ ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno “.
E’ l’unico che è capace di riconoscere che quell’uomo appeso sulla Croce è un RE, è un RE di un regno diverso, di un regno basato sull’amore e non sulla sopraffazione.
Quel “ riconoscere Cristo “ gli apre le porte della Salvezza, dell’infinita Misericordia di Dio che si manifesta in quella stupenda frase che Cristo gli rivolge, l’unica che pronuncia nel testo odierno: “ oggi con me sarai nel Paradiso “.
Dio resta silenzioso dinanzi a coloro i quali “ stavano a guardare “, dinanzi a coloro che “ lo deridevano, dinanzi a coloro i quali “ lo insultavano “.
Pregava per loro, per le loro anime, continuava ad amarli perché non si rendevano conto di cio’ che dicevano.
Parla con l’unico che si converte, con l’unico che riconosce il suo peccato.
E aspetta che anche io, che anche tu, che fino ad oggi lo abbiamo deriso, insultato, mi getti, ti getti tra le sue braccia, chieda perdono e gli dica “ Ricordati di me “.
Dinanzi a questa frase Lui dirà: “ Ti stavo aspettando, oggi sarai con me in Paradiso “, cioè la tua vita sarà bella, splendente, piena di amore.
A quale dei personaggi del Vangelo somigliamo di piu’?
Dalla risposta che daremo capiremo se Dio “ ci sta amando silenziosamente “ nell’attesa che ci convertiamo a Lui o “ dialoga con noi “.
Buona Domenica e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.