“ Se rimanete nella mia Parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi “.
Questo versetto è la sintesi della “ vita del cristiano “.
Rimanere nella Parola.
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Ecco cosa ci vuole per essere discepoli.
E’ facile?
No, soprattutto in questi tempi molto “ liquidi “, in cui restare in una relazione, in un’occupazione, in una comunità, diventa difficile perché viene percepito come noioso, ripetitivo.
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Si cerca sempre un qualcosa di nuovo, un’emozione diversa, che dia momenti di ebbrezza, per poi subito stancarsi e cercare un diversivo.
Qual è l’effetto di questa “ smania “ di nuovo?
Non ci si riesce a rimanere in nulla finendo per perdere la propria identità, la propria appartenenza.
Se non resto in nulla, come posso veramente definirmi?
Finisco per non sapere piu’ chi sono.
Solo rimanere in una famiglia consente di essere padre/madre, solo rimanere in un lavoro consente di essere maestro/operaio/ingegnere etc., solo restare in una comunità consente di esserne membro e partecipare alla sua vita, solo RIMANERE NELLA PAROLA consente di essere cristiano.
Rimanere nella Parola significa farla entrare in sé stessi, non limitandosi a “ sentirla velocemente “.
La Parola va ascoltata, va fatta scendere piano piano all’interno di noi, va fatta sedimentare, posare, affinché porti frutto, affinché diventi parte di noi, affinchè noi stessi diventiamo “ Parola vivente “.
A cosa porta “ rimanere nella Parola “?
Porta a “ conoscere la Verità “ che è in essa contenuta, porta, cioè, a diventare “ uomini di Verità “, uomini che, dinanzi a tutte le circostanze della vita, agiranno sempre con Verità.
Chi agisce cosi’ non è piu’ “ schiavo del peccato “ e chi non è piu’ schiavo del peccato è “ Figlio Amato “, che resta “ sempre e per sempre “ nella casa del Padre.Buona giornata e buon cammino per “ rimanere nella Parola “.