“Chi ha orecchi ascolti“.
L’ultima frase del testo è un invito che il Maestro ci fa a prestare attenzione alle sue parole, rivolte alle “ folle “ che, nei secoli, si sono poste al suo ascolto.
Cristo ci parla di semina, di seminatore e di semi.
Lui è il seminatore, i semi sono la sua Parola, i vari terreni siamo noi.
E’ un seminatore certamente “ strano “, si potrebbe dire, usando logiche umane, “ non pratico del mestiere “, in quanto “ spreca “ gran parte del suo seme per gettarlo su terreni inidonei a dare frutto ( la strada ) o che, per loro natura ( sassi e rovi ), ne possono dare davvero poco.
Ma la sua è una logica diversa.
E’ la logica dello “ spreco per amore “.
Lui non fa calcoli, getta seme ovunque, anche su terreni che sembrano del tutto refrattari.
E’ morto per tutti, non solo per i “ terreni buoni “, e viene a proporre la sua Salvezza a tutti.
“ Spreca “ seme per evitare che ciascun uomo, ciascun terreno, possa “ sprecare “ l’occasione della Salvezza che Lui ha offerto morendo sulla croce.
E poi “ spreca “ perché sa che nessun uomo è solo strada o solo terreno sassoso o solo terreno non profondo o solo terreno buono.
Tutti in sé hanno parte di questi terreni e, quindi, la semina non è mai uno “ spreco totale “ perché puo’ essere che il seme germogli anche dove c’è solo un piccolo spiraglio.
Il nostro Dio è “ il Dio dello spiraglio “, è il Dio che se gli lasci uno spazio, anche minimo, per entrare, produce frutto e ti conduce alla Salvezza.
Non chiuderti mai alla Parola di Dio e, se fino ad oggi lo hai fatto, non preoccuparti, sei sempre in tempo, Lui continuerà a “ sprecare seme “ per la tua Salvezza.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.