Tutte le letture di questa IIIª Domenica del tempo ordinario hanno lo stesso tema: “ la conversione “.
E allora vediamo cosa significa questa “ parola chiave “ di ogni cammino di fede.
Conversione significa “ mutamento “, cambiamento radicale “, “ inversione di rotta “.
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Lo si capisce chiaramente dalla seconda lettura ( 1Cor 7, 29-31 ), ove San Paolo afferma: “ quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero “.
Ma anche la prima lettura ed il Vangelo forniscono forti esempi di conversione.
Nel libro di Giona notiamo che i niniviti, dinanzi alla predicazione del profeta, si convertirono dalla loro condotta malvagia.
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Nel Vangelo leggiamo che Gesu’, mentre proclama il Vangelo, vede dei “ pescatori di pesci “ e dice loro di andare “ dietro a Lui “ perché li farà diventare “ pescatori di uomini “.
C’è quindi bisogno di conversione, di un abbandono totale delle logiche terrene, cosi’ diverse da quelle divine.
Il tempo della conversione è quello attuale, è quello della nostra vita su questo pianeta.
Dopo non ci sarà piu’ possibile farlo perché, come dice San Paolo ( 1Cor 7,29-31 ), “ passa la figura di questo mondo “.
Ma come inizia un cammino di conversione?
Lo capiamo da due particolari identici che si rinvengono nella prima lettura e nel Vangelo.
Nel primo dei due testi citati Giona “ percorre la città e predica “.
Nel secondo Gesu’ “ proclama il Vangelo di Dio “.
Per convertirci è pertanto necessario ASCOLTARE LA PAROLA che ci viene “ predicata e proclamata “.
Ecco da dove nasce la grande difficoltà a convertirsi: dall’incapacità di ascolto.
Si sono ridotti ad una “ sparuta minoranza “ coloro i quali dedicano spazio e tempo a questo “ fondamentale “ della fede.
Puo’ convertirsi solo chi, ascoltando, meditando, interiorizzando, comprende che la “ strada del mondo “, che fino ad oggi ha seguito, lo sta portando nella direzione sbagliata.
Compreso o, meglio, sperimentato cio’, la via diventerà piu’ lineare in quanto non si camminerà piu’ da soli, senza una meta, ma ci si metterà “ dietro a Gesu’ “.
Conversione è quindi, oltre che ascolto, atto di umiltà, riconoscimento della propria piccolezza, della propria non autosufficienza e della necessità di avere una “ guida autorevole “ da seguire.
Stare “ dietro “ al Maestro consente di imparare il “ come di Cristo “ e di modulare i propri comportamenti ai suoi.
Diverrà cosi’ quasi spontaneo, come fecero Andrea, Simone ed i figli di Zebedeo, decidere SUBITO di lasciare la nostra precedente vita, di “ gettare via le reti che ci aggrovigliano “ per metterci al servizio del Signore ed iniziare ad annunziare a tutti che “ il Regno è vicino “, che il Regno è qui.
Diventeremo cosi’, senza neppure accorgercene, “ pescatori di uomini “.
Sarà la realizzazione piena della nostra vocazione cristiana.
Buona Domenica e buona riflessione a tutti.