Oggi la Chiesa celebra la “ Festa della Presentazione di Gesu’ al Tempio “, più nota, nel linguaggio popolare, come “ candelora “ in quanto, nella celebrazione liturgica, si benedicono le candele, simbolo di Cristo, “ luce venuta per illuminare le genti “, cosi’ come indica la profezia di Simeone, che, insieme ad Anna, è il protagonista della pagina odierna del Vangelo.
Entrambi, infatti, comprendono chi è Gesu’, che, all’apparenza, sembra un semplice bambino arrivato al tempio insieme ai genitori in quanto la madre doveva compiere il rito della “purificazione“ ( dopo il parto, la donna rimaneva impura, come durante le sue mestruazioni, per un periodo di quaranta giorni se il nato era un maschio o di ottanta se era femmina; il ritorno allo stato di purità doveva essere sancito attraverso l’offerta al Tempio di un agnello e di un colombo o una tortora, offerta ridotta a due tortore per le famiglie indigenti. Levitico 12, 1-8 ).
Perchè proprio loro?
Perchè erano “ pronti “, avevano sguardi “ preparati “, “ allenati “ a riconoscere in lui l’atteso.
Simeone, ci dice il testo, era uomo “ giusto e pio “.
“ Giusto “ è l’appellativo che i Vangeli attribuiscono a Giuseppe, il padre di Gesu’.
E’ “ giusto “ chi, come Simeone e Giuseppe, è pronto a seguire la volontà di Dio nella sua vita, ad essere docile nell’ubbidienza alle sue parole.
Sui “ giusti “ si riversa, in abbondanza, lo Spirito Santo, che affina ancora di più lo sguardo, la capacità di riconoscere Cristo che passa nella propria vita.
Cosi’ è anche per Simeone, al quale lo Spirito “ aveva preannunciato “ che non avrebbe visto la morte senza prima vedere Cristo.
Quello stesso Spirito lo “ muove “ e lo spinge ad andare al tempio ove, appena ha il bambino tra le braccia, comprende che è lui il SALVATORE.
Adesso può andare in pace, la sua missione è compiuta.
Se l’essere “ giusto “ di Simeone lo porta a comprendere che quel bambino è il Salvatore, l’essere “ al servizio “ di Dio con “ digiuni e preghiere “ porta Anna a capire che il piccolo è colui il quale tanti aspettavano per la “ REDENZIONE “ di Gerusalemme.
Cosa dice a noi questo Vangelo?
Gesu’ è SALVATORE e REDENTORE e, noi, possiamo accorgerci di cio’ solo se siamo sia “ giusti “, fedeli, pronti a metterci, seriamente, al servizio del Vangelo, sia “ servi “, cioè disponibili a “ servire Dio “ con “ la preghiera “ e con “ i digiuni “, cioè con la rinuncia al superfluo, a cio’ che appesantisce le nostre vite per poterci mettere, con gioia, a servizio dei fratelli, in cui vediamo l’immagine di Cristo.
Essere giusti e servizievoli.
Sono questi i requisiti indispensabili per poter riconoscere in Cristo, con l’ausilio dello Spirito Santo, non un grande uomo, non un semplice profeta, ma colui che ha redento i miei peccati e mi dona la possibilità di Salvezza.
Per tutti noi quindi un invito alla riflessione: sono giusto, mi metto al servizio di Dio e degli altri?
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello