Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 2 Aprile 2022

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“ Costui è davvero il profeta “.

“ Costui è il Cristo “.

“ Il Cristo viene forse dalla Galilea? “

“ E tra la gente nacque un dissenso riguardo a Lui “.

Dissenso, opinioni discordanti, gli uomini del tempo sono confusi su chi sia Gesu’.

E’ veramente il Cristo o uno che si spaccia per tale perché le Scritture dicono che il Messia doveva venire dalla Giudea e non dalla Galilea?

L’evidenza non basta.

I molteplici “ segni “ che ha compiuto non hanno inciso abbastanza sugli uomini del tempo per ammettere che è veramente il figlio di Dio.

Ed io, sono confuso?

Chi è veramente per me Gesù?

Un brav’uomo come tanti passati sulla terra o veramente il mio Redentore ed il mio Salvatore?

Se sono ancora “ confuso “ mi sarà certamente di ausilio la frase che pronunciano le guardie nel testo odierno: “ Mai un uomo ha parlato cosi’ “.

Ecco la chiave per eliminare il dubbio.

Un uomo non puo’ parlare cosi’, un uomo non puo’ vivere cosi’, è “ piu’ di un uomo “, è veramente il Signore.

E allora via a tutti i dubbi, a tutte le incertezze; facciamo oggi, con convinzione, la nostra professione di fede: Credo in te Cristo Gesu’, figlio di Dio, mio Redentore e mio Salvatore.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.

Appendice: Come mai i giudei dicevano che Cristo veniva dalla Galilea se tutti sappiamo che è nato a Betlemme di Giudea?

Riporto, sul punto, a chiarimento, un testo del cardinale Gianfranco Ravasi, tratto da un numero di “ Famiglia Cristiana “ del Settembre 2013 in cui leggesi quanto segue: “ È facile comprendere la reazione sospettosa di quei Gerosolimitani nei confronti di Gesù che sembra arrogarsi illegittimamente la qualità messianica: «Costui sappiamo di dov’è». Egli, infatti, è conosciuto come collegato a un villaggio talmente insignificante da non essere citato neppure una volta nell’Antico Testamento, Nazaret. Non era, quindi, diffusa la notizia della sua nascita a Betlemme, avvenuta quasi per una ragione estrinseca, ossia il censimento non residenziale ma etnico che aveva costretto la madre incinta a trasferirsi col suo sposo – di etnia betlemita e di clan davidico – a Betlemme, la patria del re Davide. Abbiamo già avuto occasione di spiegare una strana dichiarazione del Vangelo di Matteo. In essa l’evangelista aveva cercato in qualche modo ( probabilmente attraverso un’allusione non geografica ma simbolica ) di fondare la residenza di Gesù a Nazaret sulle Scritture: «Andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: “Sarà chiamato Nazareno”» (2,23). Questo legame nazaretano era diventato, comunque, un’obiezione che i suoi avversari opponevano a Gesù per il suo riconoscimento come Cristo, cioè Messia “.


A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.