Quella di oggi è una pagina ricchissima di messaggi.
La barca era “ agitata dalle onde “ e “ il vento era contrario “.
In questo versetto c’è la vita di tutti noi.
Siamo “ agitati “, preoccupati “, anche troppo, da tante cose, spesso non veramente rilevanti.
Altre volte, invece, sono le dolorose circostanze della vita ( lutti, malattie ) che ci fanno percepire che il “ vento è contrario “.
In tutti questi momenti di agitazione e di sconforto la nostra fede vacilla.
Dio diviene, per noi, nient’altro che un “ fantasma “, non è più presenza reale, concreta, nella nostra vita.
E’ proprio in quel momento che si rischia di “ spezzare definitivamente il legame con Cristo “ e far entrare, per sempre, il diavolo, il peccato, nella nostra esistenza.
Cosi’ esprime meravigliosamente questo concetto l’arguto Don Gaetano Piccolo: “ Il nemico ci persuade che in realtà è solo la nostra speranza che ci fa credere che Gesu’ sia realmente presente nella nostra vita. Credere che Gesu’ sia un fantasma vuol dire pensare che egli non puo’ veramente cambiare la nostra vita. Il Signore diventa un simbolo, un’icona culturale, un elemento d’identità, forse anche uno a cui rivolgere preghiere e lamenti, ma nel fondo del cuore sappiamo che tutto questo è inutile, perché è solo un fantasma “.
Come si fa a non cedere, a non degradare Cristo a “ fantasma “ nei momenti bui?
Alimentando, giorno dopo giorno, la relazione con Lui attraverso la preghiera.
Solo chi ha frequentazione con Lui sa, non solo a livello intellettuale, ma anche a livello esperienziale, che è fedele alle sue promesse, che non mi abbandona, che può tutto, anche “ farmi camminare “ sulle acque agitate della mia vita per condurmi, poi, a porti sicuri.
La preghiera è fondamentale, è vitale.
Ce lo dimostra anche il brano di oggi, che inizia dicendo che Gesu’, “ congedata la folla, sali’ sul monte, in disparte, a pregare “ e che, “ venuta la sera se ne stava lassu’, da solo “.
Anche Cristo, figlio di Dio, ha necessità vitale di relazionarsi con il Padre, sa che tutto nasce da quell’incontro intimo, da farsi DA SOLO, IN DISPARTE, per potersi confrontare, verificare, radicare in LUI.
Se ne ha bisogno Cristo figuriamoci noi.
Aumentiamo pertanto, i tempi di preghiera.
L’Estate è il tempo propizio per iniziare questo cambiamento.
C’è più tempo.
Non “ ammazziamolo “ in sciocchezze ma utilizziamolo per creare e/o intensificare la nostra relazione con Cristo.
Sono certo che, una volta sperimentata la bellezza e l’importanza di questo rapporto, non ne potremo fare più a meno e saremo pronti ad affrontare le inevitabili tempeste della vita nella certezza che Lui non è un “ fantasma “ ma è con noi, lotta con noi, soffre con noi.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.