Torna di nuovo il tema del “ tempo “, su cui mi ero soffermato Lunedi’.
In quell’occasione il Vangelo ci aveva proposto la parabola dell’uomo ricco che aveva deciso di smettere di lavorare e di godersi i suoi beni per “ molti anni “.
A quest’uomo Gesu’ aveva detto: “ Stolto, stanotte stessa ti sarà richiesta la tua vita “.
Oggi siamo sullo stesso filone con un avvertimento in piu’ per coloro i quali seguono il Maestro e, quindi, “ dovrebbero conoscere “ la sua volontà.
“ Tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo “.
Non è una minaccia ma una realtà.
Pensiamo che il non essere ancora molto vecchi, lo stare relativamente bene in salute sposti molto in avanti il tempo in cui saremo chiamati a lasciare questo mondo ma…non è cosi’.
E’ possibile che la vita non ce lo abbia insegnato?
Eppure basterebbe pensare ai fatti di cronaca che si ascoltano ogni giorno: alcune persone vengono investite mentre attraversano la strada, altre sono vittime di semplici incidenti domestici.
Nessuno di loro pensava che scendendo di casa per fare una passeggiata o salendo su una scala poteva, dopo pochi minuti, morire!!!
Se questa è la realtà significa una cosa sola: il tempo che abbiamo, che non sappiamo, anche se siamo giovani o relativamente tali, quanto sia lungo, è prezioso, non va sprecato.
E come va impiegato?
Ad “ amministrare prudentemente “ cio’ che ci è stato affidato.
Non so per quanto tempo amministrerò ma, nel tempo che lo faro’, devo essere prudente e svolgere la mia missione.
Attenzione perché questo vale ancora di piu’ per chi segue Cristo, come dice il testo che, sul punto, è chiarissimo: “ Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello, invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà richiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di piu’ “
Noi siamo i servi che “ conosciamo “ o “ dovremmo conoscere “ la volontà del Padrone e, pertanto, ci sarà chiesto molto.
Si chiama “ responsabilità da sequela “.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.