Il Vangelo di oggi è centrato, ovviamente, nella giornata in cui si celebra la Solennità di San Giuseppe, sulla figura dello sposo di Maria, la quale offre a me, a te, a noi, infiniti spunti di riflessione per il mio/nostro cammino di fede.
Chi era questo Giuseppe, l’uomo “ muto “, di cui non vi è traccia, nell’intero Vangelo, di una parola da lui profferita?
Era un uomo “ giusto “.
Il Vangelo ci regala un “ aggettivo qualificativo “ per comprendere chi fosse.
Era un “ giusto “, termine, quest’ultimo, che è sinonimo di “ umano “, di “ uomo “.
Egli, infatti, fa tutto quello che è “ umanamente possibile “; fa, cioè, il “ massimo “ che si può chiedere ad una persona.
Aveva diritto, secondo la legge dell’epoca, ad “ accusare pubblicamente “ Maria, la quale sarebbe stata uccisa per lapidazione ( cosi’ Deuteronomio, 22, 13-28 ).
Avrebbe agito “ secondo legge “.
E allora arriva il primo grande insegnamento.
Giuseppe è un “ disobbediente per amore “.
E’ profondamente “ giusto “ e, quindi, “ umano “ perché, andando contro la mentalità dell’epoca, non pensa che il “ torto “ ricevuto gli attribuisca il diritto di “ condanna a morte “ di un’altra persona.
Già solo questo, l’aver fatto tutto quanto “ umanamente possibile “, mi/ci porterebbe a prendere Giuseppe come paradigma dei miei/nostri comportamenti.
Ma vi è di più.
A Giuseppe riesce qualcosa che va oltre l’umano.
Si fida di un sogno, di una rivelazione che gli fa l’angelo del Signore, e decide non solo di non far uccidere Maria, ma anche di non ripudiarla, accettando il misterioso disegno che il Signore ha tracciato per la sua vita.
Cosi’ facendo la sua umanità si tramuta in profezia, cioè in coraggio di osare di far cio’ che la mentalità corrente riteneva impossibile.
Accetta cioè l’ “ inaudito “ di Dio che gli si manifesta in un sogno, fidandosi di quel “ non temere di prendere con te Maria “ che il messaggero del Signore gli dice.
Accettando il “ sogno di Dio “ su di lui ha l’enorme privilegio di diventare, addirittura, il “ padre terreno e putativo “ del figlio di Dio.
Cosa dice quindi a me, a te, a noi, la figura e l’agire di San Giuseppe?
Tre cose.
La prima: fai tutto quello che ti è umanamente possibile.
Segui la legge ma, ancora di più, segui il tuo cuore e, laddove la legge è ingiusta perché contrasta con l’amore, abbi il coraggio di fare un’eccezione, di trasgredirla, perché la “ disobbedienza per amore “ ti rende uomo.
La seconda: presta attenzione agli Angeli, ai messaggeri che, continuamente Dio mi/ci manda nella nostra vita.
Ascolta la voce di Dio, che può arrivarti tramite una preghiera, una lettura, una telefonata, una parola inattesa.
La terza: se hai anche il coraggio, fidandoti di quel “ non temere “, di tradurre in fatti concreti, con scelte coraggiose, la voce di Dio, sarai felice, perché avrai consentito al Signore di operare in te e di realizzare il progetto che ha sulla tua persona.
Buona giornata a tutti e un augurio a tutti i papà…che San Giuseppe sia il nostro modello.