Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 18 Luglio 2021

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Il Vangelo di questa Domenica smentisce un luogo comune: c’è ancora voglia di incontrare Cristo, di ascoltare la sua Parola.

Il testo dice infatti che la folla, appena vide partire Gesu’ e gli apostoli, “ capi’ “ che andavano via e “ accorse a piedi e li precedette “ nel luogo ove essi si stavano recando.

La folla arriva prima, vuole ascoltare.

C’è, ieri come oggi, questo desiderio.

Come mai allora tanto scollamento dalla fede?

Il problema, sia della folla di ieri che di oggi e sia degli apostoli di ieri che di oggi è…la fretta, la frenesia, che impedisce di creare quella disposizione dell’animo necessaria per poter passare da un mero “ sentire “ all’ “ ascolto profondo “ della Parola, impedendo cosi’ a quest’ultima di “ insegnare “, cioè di “ lasciare un segno indelebile “ nella propria vita.

LA FOLLA

E’ agitata, subito corre dove sta andando Gesu’, forse senza sapere neppure veramente il perché.

Ha “ sentito parlare di Lui “.

Ciascuno spera che il Maestro gli risolva, in fretta, qualche problema che lo angustia.

Dinanzi a questa folla Cristo farà, come si legge nei versetti successivi, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, il cd. “ miracolo sbagliato “, come lo definisce argutamente il bravo Paolo Curtaz, in quanto la gente non comprenderà il suo vero significato ma si rafforzerà nella idea sbagliata che si è fatta di Cristo: colui che risolve magicamente i problemi del vivere quotidiano.

Ecco perché corrono da lui: non perché vogliono “ sostare “ con il Maestro, abbeverarsi con la sua  “ Parola “, ma perché desiderano che, repentinamente, risolva i loro guai.

La frenesia impedisce la relazione, rende impossibile quel “ sostare “, quel fermarsi con Gesu’.

Per ricevere un insegnamento devo avere tempo per farlo mio, per interiorizzarlo.

Ci vuole tempo, ci vuole costanza, ci vuole desiderio.

In mancanza si resterà “ pecore “ che, non accorgendosi che il “ Pastore “ è vicino a loro, vagheranno agitate alla sua ricerca.

Mi chiedo pertanto oggi: io “ so-stare con il Signore “ o gli dedico solo gli avanzi del mio tempo?

GLI APOSTOLI

Anche loro sono presi dalla frenesia.

Sono entusiasti della loro opera di annunciatori, tornano da Gesu’ e gli riferiscono “ tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato “.

Si erano talmente impegnati che “ non avevano neanche il tempo di mangiare “.

Magari si aspettavano un complimento, uno sprone a continuare cosi’.

E invece il Maestro li sorprende.

Teneramente dice loro: “ Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’ “.

E’ un messaggio che Cristo da ai suoi apostoli ma anche a chi, oggi, con entusiasmo, si impegna nell’evangelizzazione.

A tutti costoro il Signore sta dicendo: “ fai ma non farti travolgere dall’attivismo né dalla voglia di metterti in mostra facendo troppo, anche più delle tue forze, perché, cosi’ agendo, rischi di fare…. la fine della folla, di perderti, cioè, la relazione con il tuo Signore, che è indispensabile e PRECEDE SEMPRE l’azione “.

Gesu’ ci dice, in altre parole, che dobbiamo avere sia tempi di “ preghiera “, di riposo, sia tempi di  “ azione “, senza farci assorbire completamente da una sola delle due dimensioni, entrambe indispensabili.

Agire solo senza sostare con Lui significa perdere relazione, perdere familiarità con il Salvatore; atteggiamento, quest’ultimo, che trasforma l’agire in un “ mero attivismo “ fatto più per compiacere sè stessi, per ricevere complimenti, piuttosto che per servire Dio nei fratelli.

Rimanere solo in preghiera significa non incarnare il Vangelo e non mettere in pratica cio’ che Cristo ci suggerisce nell’intimità dell’incontro con Lui.

Prega e, poi, agisci.

Questo è quello che ci dice la Parola di oggi.

Buona Domenica e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.