Sempre.
E’ l’inaudito di Dio che irrompe in questa pagina del Vangelo.
Sempre.
Così Gesù risponde a Pietro che gli chiede quante volte dobbiamo perdonare
(fino a settanta volte sette!!!).
Pietro sarà rimasto basito, cosi’ come lo resto io, lo restiamo noi, dinanzi questo
“eccesso di Dio”.
Questo perché è nella nostra natura umana mettere dei limiti ( “Quante volte dovro’
perdonargli “?).
Dio è invece senza limiti.
Cosi’ come la parola perdono, che significa iper-dono, per-dono, dono moltiplicato
all’infinito.
Ma come e, soprattutto, quando, potremo perdonare sempre?
Quando assumeremo l’atteggiamento del re di cui ci parla la pagina evangelica: “ la
compassione “, termine, quest’ultimo, che sta ad indicare, come leggesi in un
meraviglioso testo di Natale Benazzi, “ il turbamento profondo che l’altro produce in
me, nel momento in cui vedo le sue sofferenze, ne sono commosso, mi chino su di lui
nella necessità di alleviarle, perché sento di non poter fare altro che stare presso di
lui “.
Solo la “ compassione “ può introdurci alla difficile strada, per noi uomini, del perdono,
in quanto ci consente di fare i primi due passi a cio’ necessari: il comprendere che
l’altro è fragile e che, quindi, il suo errore, cosi’ come il mio, nasce dalla sua natura; il
non cercare la vendetta.
Il terzo passo sarà poi quasi divino: ringraziare chi ci ha fatto del male perché ci ha
dato la possibilità di sperimentare il tradimento e di aver ad esso reagito in maniera
evangelica.
E si, perché credo che il perdono sia il fondamento del cristianesimo.
Mi sovviene, a supporto di quanto dico, il meraviglioso testo di Matteo 6, 14-15, in cui
il Signore, subito dopo aver donato ai discepoli la preghiera del Padre Nostro, sintesi di
tutto il Vangelo, aggiunge, quasi a completamento della stessa, le seguenti
parole : “ Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste
perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre
vostro perdonerà le vostre colpe “.
Il perdono è quindi la misura del nostro essere cristiani.