“ Hanno già avuto la loro ricompensa “.
“ Ti ricompenserà “.
Passato e futuro.
C’è chi ha già avuto e chi avrà.
Come faccio a capire a quale di queste due categorie appartengo?
Basta analizzare le mie azioni e, soprattutto, quali sentimenti le muovono.
Se agisco “ per essere ammirato “ dagli uomini rendo vane anche le azioni più belle che possa fare, quali la preghiera, l’elemosina ed il digiuno.
Esse infatti restano sterili perché non sono mosse dall’amore ma solo dal narcisismo, che raggiunge il suo picco massimo quando mi sento “ ammirato “ da tutti per quello che faccio.
“ Che brava persona, che uomo modello “.
Se ci piace sentircelo dire, se proviamo gioia per le buone opinioni che la gente ha su di noi, abbiamo già avuto la nostra ricompensa in quanto essa si ferma ad una dimensione nettamente umana.
Se, invece, il nostro pregare, quindi la nostra relazione con Dio, non è “ vetrina “ ma “ voglia di intimità “ con Cristo, la nostra elemosina è fatta per “ amore “ verso il fratello e non per “ far sapere a tutti quanto siamo generosi “, il nostro digiunare ha, quale scopo, quello di tramutare questo piccolo sacrificio in gesto di generosità senza che dietro ci sia il piacere di apparire agli uomini come “ i buoni samaritani che si sacrificano per gli altri “, allora la nostra ricompensa deve ancora arrivare e arriverà perché Dio, che vede nel segreto, sa che le nostre intenzioni sono rette.
E allora, domandiamoci onestamente: vogliamo, con il nostro agire, piacere agli uomini o a Dio?Miriamo ad una ricompensa umana o divina?
Siamo narcisisti o innamorati di Dio e dei fratelli?
Analizziamo le nostre azioni e potremo rispondere, con verità, alle domande appena poste.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.