Il testo di ieri terminava con il duro rimprovero di Gesu’ a Pietro: “ Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini “.
Riflettevo sulla difficoltà che provo a vivere queste parole, a “ stare dietro “ a Gesu’, attribuendo cio’ al demonio, che mi fa presumere di poter stare, addirittura “ dinanzi a Dio “ e di poterlo rimproverare perché…..” non fa come dico io, non fa come voglio io “.
Dicevo che bisogna “ recuperare umiltà “ ed il testo di oggi spiega cosa significhi, concretamente, questa parola.
“ Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua “.
L’umiltà è., pertanto, rinnegare sé stessi e prendere la propria croce.
RINNEGARE SE’ STESSI
Che significa?
Letteralmente “ dirsi dei no “.
Rinnegare sé stessi non significa adulterarsi, perdere la propria unicità ma significa saper fare discernimento dei propri pensieri, saper dire dei NO netti a quelli che ci spingono, ci tentano a porre in essere azioni contrarie alla logica di Cristo.
PRENDERE LA PROPRIA CROCE
Anche questa frase va ben intesa.
Spesso, infatti, si tende a qualificare il cristianesimo come “ la religione della croce “, della sofferenza, ed il cristiano come colui il quale “ ama la sofferenza “ e si cerca, volontariamente, la croce.
E’ un’idea, purtroppo ancora presente, che ha avuto ed ha, quale unico effetto, quello di allontanare tanti fratelli dalla fede.
Il cristianesimo è la religione della gioia, Dio ci vuole felici, non tristi.
Prendere la propria croce significa, pertanto, nient’altro che “ accettare la propria realtà “, la propria condizione, ed, in essa e senza fuggire da essa, vivere la propria vita di fede, dare la propria testimonianza.
“ Dicendosi dei no “ ed “ accettando la propria realtà “ si puo’, finalmente,….iniziare la sequela.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
Foto: mia.