Coloro che sono “ seduti sulla cattedra “…dicono e non fanno.
Si potrebbe dire…..” nulla di nuovo sotto il sole “.
Era così ai tempi di Gesù ed è così anche oggi.
Chi è sulla “ cattedra “, chi ha potere, i capi di Stato, i presidenti, i multimilionari, “ legano fardelli pesanti sulle spalle della gente ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito “.
Il motto è: voi fate così, voi pagate sempre più tasse, voi lavorate a ritmi sempre più massacranti, noi, invece….diventiamo sempre più potenti e ricchi grazie a voi…..senza muovere un dito.
E’ una lettura corretta quella appena proposta ma bisogna stare attenti a non trasformarci anche noi in uomini che “ dicono e non fanno “, in persona a cui piace “ essere ammirati dalla gente “ per il nostro modo di parlare, di denunciare le ingiustizie, senza, però, far nulla concretamente affinché ci sia più equità, più solidarietà.
Il Vangelo di oggi ci mette in guardia da questa tentazione dell’apparire e ci fornisce, come arma per combatterla, l’umiltà, il riconoscimento della propria piccolezza, della propria finitezza.
L’umiltà porta a non compiacersi nell’essere chiamato “ rabbi’ “ bensì a mettere, silenziosamente, la propria competenza a servizio degli altri, a non ergersi a “ guide “ ma a percepirsi come “ guidati “ dall’unica Guida, che è il Signore Nostro Gesù Cristo.
L’umiltà, in altre parole, ti riporta con i piedi per terra, all’ “ humus “, alla tua vera essenza, quella di uomo fragile ma fatto a “ immagine e somiglianza di Dio “ e che, proprio per questo, si sforza a “ somigliare “ al Signore.
Dio “ dice e fa “, non gli piace “ apparire “ ma “ guarire “.
E noi, che siamo fatti “ a sua immagine “, perché aneliamo ad “ apparire “ ?
Non sarebbe ora di smetterla di essere la “ caricatura di noi stessi “?
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.