Ieri il Maestro ci invitava a dedicare spazio e tempo alla nostra interiorità , senza farci integralmente assorbire dalla materialità .
Oggi questo invito è ancora più forte perché ci svela anche “ gli effetti “ che produce una relazione vera e profonda con il Creatore.
Cristo narra una parabola sulla “ necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai “.
Tale espressione va ben compresa.
Non significa recitare preghiere dalla mattina alla sera!!!
Lungi da Gesu’ dal trasformarci in devozionalisti o, come si dice a Napoli, in “ bizzuochi “ ( traduzione dal napoletano: “ persona attenta più all’esteriorità dei rituali religiosi che alla loro essenza “ ).
“ Pregare sempre “ significa “ farsi preghiera “, fidarsi di Gesu’, creare una relazione con lui e sapere che possiamo chiedergli consiglio, aiuto, conforto, certi che non ce lo farà mancare.
Questa certezza deriva dalla conoscenza di Cristo e, attraverso lui, del Padre.
Se io so, per fede, che il Signore mi ama sin dall’eternità , e che, quindi, sono un suo “ eletto “, uno scelto, posso mai dubitare che mi farà giustizia, che mi sarà accanto in tutte le circostanze della mia vita?
Certamente no.
I problemi, però, sono due.
Il primo.
Capire cosa significa che “ mi starà accanto “.
Non certo che mi eviterà i problemi, la sofferenza, il dolore, ma che mi accompagnerà nell’attraversarli, dicendomi: “ coraggio, anch’io ho sofferto ma ho illuminato la sofferenza di tutti con la mia Resurrezione “.
Il secondo.
“ Ma il Figlio dell’Uomo, quando verrà , troverà la fede sulla terra? “, che, tradotto, significa: credo veramente che Cristo mi farà giustizia?
E’ questa la grande domanda, la sfida del nostro tempo, attualissima in questo periodo storico: credo che anche nell’attuale pandemia Cristo mi cammina accanto? Confido in lui? Insisto nel chiedergli giustizia?
A ciascuno le sue risposte.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello