“ Se vuoi, puoi purificarmi “.
“ Lo voglio, sii purificato “.
“ E, subito, la lebbra scomparve ed egli fu purificato “.
In pochi versetti viene ripetuto più volte il verbo “ purificare “, il quale significa: “ Rendere spiritualmente puro liberando da colpe o peccati, redimere “.
Gesu’ pertanto viene oggi a ricordarci che lui è il nostro REDENTORE, colui il quale ci libera dalla schiavitù del peccato.
Bisogna aderire a questo pilastro della fede: riconoscere in Cristo il Redentore.
L’uomo della parabola odierna lo fa, sa che Gesu’ può liberarlo dalla sua “ lebbra “, dal suo peccato che lo sta divorando e lo sta emarginando dal consesso umano, e, pertanto, dice al Signore: “ Se vuoi, puoi purificarmi “.
La risposta di Gesu’ è immediata, ha compassione del suo interlocutore, sente cioè intimamente il suo desiderio di conversione, di abbandono della sua schiavitù, e fa due gesti fortissimi, “ tende la mano e lo tocca “.
Il gesto è dirompente in quanto i lebbrosi erano contagiosi, vivevano fuori dalla città, e chi li toccava diventava impuro, correndo il rischio di infettarsi anche lui.
Ma Gesu’ non ha paura, non emargina e tocca questo fratello che chiede il suo intervento.
Quel tocco voluto, richiesto, produce repentinamente effetto, in quanto la lebbra subito scompare.
Il messaggio che oggi Cristo vuole darci è quindi questo: qualunque sia il tuo peccato, anche il più forte, non temere perché, se tu vuoi, io posso purificarti.
Ed io, e tu, vogliamo essere purificati?
A ciascuno, come sempre, la sua risposta.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello