Nascondere e rivelare.
Sono i due verbi opposti che connotano il Vangelo di oggi.
Sapienti e piccoli.
Sono le due categorie antitetiche del testo odierno.
Se dovessimo fare una sorta di gioco ed abbinare il sostantivo con il verbo credo che tutti, a primo acchito, assoceremmo il termine “ sapiente “ al verbo “ rivelare “ e la parola “ piccolo “ al verbo “ nascondere “.
Appare infatti ovvio che un “ sapiente “ sappia e che, quindi, gli siano state “ rivelate delle cose “, mentre un piccolo, proprio per essere tale, non sappia, e pertanto, “ gli siano nascoste alcune cose “.
La logica di Dio, invece, come sempre, è opposta alla nostra.
QUESTE COSE sono quindi “ nascoste ai sapienti “ e “ rivelate ai piccoli “.
Cosa sono “ queste cose “?
DIO STESSO.
Dio “ si rivela ai piccoli “, che non sono i bambini ma sono coloro i quali non presumono di essere grandi, bravi, intelligenti, sapienti e dotti.
Il problema di queste persone è che o pensano di sapere già tutto o, quanto meno, non credono che qualcuno possa “ rivelare loro “ qualcosa a cui non possano arrivare autonomamente tramite i loro studi.
Dio quindi non puo’ entrare nel cuore dei dotti perché questo è chiuso, è corazzato, non è aperto alla novità, per la quale non ha spazio.
Chi invece è “ piccolo “, chi è disposto a farsi “ riempire da Dio e non dal suo io “ è pronto a ricevere un regalo incommensurabile: la rivelazione di Dio, le “ cose di Dio “.
Morale della favola: se vogliamo conoscere Dio dobbiamo scendere dai “ piedistalli del nostro io “ e, umilmente, metterci all’ascolto della Parola del Maestro per farla divenire metro del nostro pensare ed agire.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.