Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 12 Ottobre 2020

Il testo odierno inizia con l’espressione “ le folle si accalcavano “.

Subito dopo ci dice il perché: “ cercavano un segno “.

Leggendo questa pagina mi vengono in mente gli episodi, di cui si sente ogni tanto parlare, di presunti “ eventi straordinari “, quali lacrimazioni di statue, che attirano tante persone, che si “ accalcano “ per “ vedere il segno “, il prodigio.

E’ ancora viva, in molti, purtroppo, la concezione di una “ fede miracolistica “, una sorta di “ spettacolo circense “ in cui rimanere estasiati dinanzi al grande prodigio compiuto dal “ mago “ Gesu’.

Che tristezza.

La fede è esattamente l’opposto.

Non ha bisogno di spettacoli, di show, ma di silenzio, raccoglimento, fiducia piena in Cristo e, quindi, nel Padre.

“ Qui vi è uno più grande di Salomone; qui vi è uno più grande di Giona “; con queste espressioni Cristo vuole dire a ciascuno di noi: “ svegliati, non hai bisogno di altri segni perché il fatto che io sia venuto, vissuto e morto per la tua redenzione e salvezza è il segno più grande che potessi ricevere “.

Smettiamola quindi di correre dietro al prodigio, perché il “ grande segno “ è quel pezzo di pane che, con la discesa dello Spirito Santo, in ogni messa si fa corpo e sangue di Cristo e ci consente di vivere, quotidianamente, in comunione con il nostro Salvatore e con i fratelli.

Non abbiamo bisogno di altro.

Abbiamo tutto.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

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