Il testo odierno inizia con l’espressione “ le folle si accalcavano “.
Subito dopo ci dice il perché: “ cercavano un segno “.
Leggendo questa pagina mi vengono in mente gli episodi, di cui si sente ogni tanto parlare, di presunti “ eventi straordinari “, quali lacrimazioni di statue, che attirano tante persone, che si “ accalcano “ per “ vedere il segno “, il prodigio.
E’ ancora viva, in molti, purtroppo, la concezione di una “ fede miracolistica “, una sorta di “ spettacolo circense “ in cui rimanere estasiati dinanzi al grande prodigio compiuto dal “ mago “ Gesu’.
Che tristezza.
La fede è esattamente l’opposto.
Non ha bisogno di spettacoli, di show, ma di silenzio, raccoglimento, fiducia piena in Cristo e, quindi, nel Padre.
“ Qui vi è uno più grande di Salomone; qui vi è uno più grande di Giona “; con queste espressioni Cristo vuole dire a ciascuno di noi: “ svegliati, non hai bisogno di altri segni perché il fatto che io sia venuto, vissuto e morto per la tua redenzione e salvezza è il segno più grande che potessi ricevere “.
Smettiamola quindi di correre dietro al prodigio, perché il “ grande segno “ è quel pezzo di pane che, con la discesa dello Spirito Santo, in ogni messa si fa corpo e sangue di Cristo e ci consente di vivere, quotidianamente, in comunione con il nostro Salvatore e con i fratelli.
Non abbiamo bisogno di altro.
Abbiamo tutto.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello