Oggi la Chiesa celebra la Solennità dell’Ascensione di Gesu’, a cui seguirà, Domenica prossima, quella di Pentecoste, “ anticipata “ dallo stesso Cristo, come si legge nel brano degli atti degli apostoli ( At 1, 1-11 ): “ riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra “.
Gesu’ ascende, cioè sale, va in cielo.
Il suo compito sulla terra è terminato.
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Adesso….tocca a noi!!!
Cosa?
Si.
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E’ questo il messaggio contenuto nelle due solennità dell’Ascensione e di Pentecoste.
Cristo va via e, andandosene, dice agli apostoli: “ andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo ad ogni creatura “, cioè continuate la mia missione…grazie all’aiuto dello “ Spirito Santo “ che scenderà su di voi.
Questo è il cristianesimo.
Gesu’ è venuto, ha insegnato, ha fatto segni, ci ha dimostrato, con la sua morte e Risurrezione, che siamo chiamati all’Eternità, che la nostra vita non si esaurisce su questa terra ma che la morte corporale è solo un passaggio alla vera vita.
Ora sta a noi, se veramente crediamo in Lui, fare l’unica cosa a cui siamo chiamati: annunciare a tutti il Cristo Risorto, dire a tutti che siamo fatti per l’Eternità.
Diciamoci la verità: sarebbe stato “ piu’ comodo “ che Cristo non fosse “ asceso al cielo “!!!
Con Lui presente….non ci sarebbe stato bisogno del nostro impegno in quanto…provvedeva a tutto Lui!!!
E invece il Maestro ci chiama alla corresponsabilità, ci chiama ad essere “ cristiani adulti “, a non restare imbambolati a “ guardare il cielo “, come fecero gli apostoli dopo l’Ascensione ( “ Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo “. Cosi’ At, 1, 1-11 ), ma ad andare ad annunciare il Vangelo nell’attesa del suo ritorno.
A noi però questo compito “ non piace “.
A noi piace il “ cristianesimo da salotto “, quello fatto di riti, di preghierine, ma non di impegno concreto, che riteniamo destinato ai “ religiosi “.
Sono loro che hanno scelto di seguire integralmente il Signore, non noi.
Spetta quindi a loro testimoniare Gesu’.
E’ una mentalità dura a morire, ma non è il Vangelo.
Cristo non ha mai detto che l’annuncio spetta a determinate categorie di persone.
L’annuncio è una “ missione universale “.
Afferma Cristo: “ Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo ad ogni creatura “.
Non dice: “ preti, suore, monaci, andate “.
Dice semplicemente: “Andate “.
E in quelli che devono andare ci siamo pure io e te, cosi’ come siamo, con tutti i nostri limiti.
Non devono essere questi a spaventarci.
C’è un bellissimo episodio della serie televisiva Chosen dove Giacomo il minore parla con Gesu’ e gli chiede di come sia possibile che lui, un po’ claudicante, che, per lo piu’, non è stato neppure guarito dal Signore dal suo problema fisico, possa essere adatto all’annuncio.
Cristo gli risponde che non deve preoccuparsi della sua limitazione perché è amato dal Signore, che lo ritiene capace di portare il suo messaggio.
Ed allora il nostro limite, che puo’ essere fisico, mentale, non deve farci paura né deve precostituirci un alibi in quanto, nel nostro compito, non siamo soli ma il Signore, cosi’ come fece con gli apostoli, “ agirà insieme a noi e confermerà la Parola con segni “.
Buona Domenica e buon annuncio a tutti.