“ Insegnaci a pregare “.
Ecco cosa dovremmo chiedere al Signore.
Quando ci ricordiamo di parlare un po’ con Dio gli chiediamo qualche favore, qualche guarigione, qualche intercessione, ma non l’essenziale, cioè di insegnarci a come relazionarci con Lui.
Anche il pregare richiede una “ scuola “, non si improvvisa.
Andando “ a scuola da Dio “ impariamo che la prima cosa da dire, quando si prega è: Padre.
Cio’ ci fa comprendere che la preghiera è una relazione che si instaura con un genitore, con un qualcuno che, come il nostro padre naturale, ci vuole bene.
Ma se la prima cosa da dire è “ Padre “, bisogna veramente porsi come si farebbe con un padre, e, quindi, rendersi disponibili ad ascoltare cosa questo genitore ci dice per il nostro bene.
Il problema della preghiera sta tutto li’.
Pregare ci è sempre piu’ difficile perché oggi il concetto di relazione è stato sostituito da quello del monologo.
Io parlo, tu devi ascoltarmi e…devi fare quello che dico io!!!
Questo è il modo con cui oggi ci rapportiamo agli altri.
E’ normale che, cosi’ facendo, non si puo’ instaurare nessuna relazione in quanto quest’ultima presuppone un reciprocità.
E allora “ pregare “ vuol dire, in primo luogo, ascoltare cosa ha da dirci nostro Padre.
Ma per “ ascoltare “ bisogna essere disposti a tacere, a fare un po’ di silenzio per creare spazi ove accogliere cio’ che si ascolta.
Poichè cio’ oggi è ritenuto difficile nessuno sa piu’ pregare e si rischia di perdere definitivamente questa vitale relazione con il Padre, senza la quale le nostre esistenze vagano nel non senso.
Interroghiamoci quindi oggi e torniamo fortemente a chiedere al Signore: “ insegnaci a pregare “.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.