Fedeltà e disonestà.
Sono due modi opposti di scegliere a servizio di chi mettere la propria vita.
Il “ disonesto “ la mette al servizio della “ ricchezza “.
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Ma di quale “ ricchezza “?
Di quella terrena, fatta di soldi, beni, proprietà.
Che “ stolto “.
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Trattasi infatti di una “ ricchezza transeunte “, che andrà lasciata al momento della morte.
Il “ disonesto “ vive un’intera esistenza a servizio di questo “ idolo “, impiegando tutte le sue energie per accumulare beni che non potrà portare con lui.
A quest’uomo non potrà pertanto essere affidata la “ ricchezza vera “ perché la ha sempre rifiutata.
Il “ fedele “ mette la sua vita a servizio di “ Dio “.
Non si fa attrarre dall’idolo ricchezza materiale ma, con perseveranza, resta fedele al Signore nelle grandi e nelle piccole cose.
Quest’uomo certamente non accumulerà tesori sulla terra ma è certamente “ piu’ scaltro “ del “disonesto “ in quanto, con il suo vivere, si sta preparando a ricevere la “ ricchezza vera “, quella che “ né tignola né ruggine consumano “ ( Mt 6, 19 ), quella che nessun ladro puo’ rubare, quella che resta per sempre, perché è la VITA ETERNA.
Fedeli o disonesti.
Due modi diversi di vivere, due differenti ricchezze da conquistare.
A quale anelo?
A ciascuno, come sempre, la sua risposta.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.