“ Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna? “
E’ la domanda che il “ dottore della Legge “ fa a Gesu’ per “ metterlo alla prova “.
La risposta fa fare una “ figuraccia “ al “ dottore “ in quanto il Maestro gli dice che essa è contenuta….proprio della Legge di cui lui dovrebbe essere…un esperto!!!
AMARE DIO E IL PROSSIMO
Ecco la strada, l’unica che esiste, per “ ereditare “ la vita eterna.
Il dottore, indispettito per la “ figuraccia “, insiste e chiede: “ E chi è il mio prossimo “?
Anche qui la risposta non dovrebbe essere difficile per…. uno che ha studiato.
Prossimo significa infatti vicino.
Il tuo prossimo è, quindi, chi ti è vicino, chi incontri sul tuo cammino, tuo padre, tua madre, tua moglie, il mendicante che incontri ogni giorno quando vai a lavoro.
Il problema, come dice Gesu’, è di sguardo, è di avere la capacità di vedere il prossimo.
Ecco cosa distingue chi AMA da chi NON AMA: la capacità di vedere, con il cuore, il bisogno di chi gli è “ prossimo “ e di interessarsi a detto bisogno senza “ passare oltre “.
E’ quindi chiara la parabola che racconta Gesu’.
Il sacerdote ed il levita vedono “ con gli occhi “ quell’uomo “ mezzo morto, a terra “, che incontrano sul loro cammino, ma non lo vedono “ con il cuore “, non percepiscono che è un loro fratello, che è il loro “ prossimo “ da amare e da aiutare.
Per loro è un ostacolo, un fastidio, un qualcosa che li potrebbe distogliere dai loro impegni e la cui cura potrebbe provocargli una “ perdita di tempo e soldi “.
Meglio, quindi, “ passare oltre “, non vedere.
Quel sacerdote e quel levita siamo noi ogni volta che ci giriamo dall’altra parte, ogni volta che non siamo in grado di vedere nel nostro prossimo coloro i quali il Signore ha messo sulla nostra strada per consentirci di amare.
Diverso è l’atteggiamento del samaritano.
“ Vide e ne ebbe compassione “.
Lo vede, si accorge di Lui.
Anche il sacerdote ed il levita lo avevano visto “ con gli occhi “ ma….non ne avevano avuto compassione.
Compassione viene da “ cum-patire “, soffrire con, avere la capacità di sentire come propria la sofferenza del fratello.
Chi ha compassione non puo’ “ passare oltre “ ma “ si fa vicino “, “ fascia le ferite “ e “ si prende cura “.
Ecco come si “ declina l’Amore “, ecco come si “ eredita “ la Vita Eterna: con la prossimità, con il prendersi cura, con l’avere compassione.
Ecco che cos’è la Vita Eterna: Amare come Lui ci ha amato.
Buona Domenica e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.